Parlano le ragazze dell'attentato di Brindisi: "Sembrava un brutto sogno"
Top

Parlano le ragazze dell'attentato di Brindisi: "Sembrava un brutto sogno"

Veronica e Vanessa Capodieci sono le due ragazze sopravvissute per miracolo all'attentato davanti alla scuola Morvillo Falcone. La loro testimonianza in aula.

Parlano le ragazze dell'attentato di Brindisi: "Sembrava un brutto sogno"
Preroll

Desk Modifica articolo

4 Febbraio 2013 - 12.14


ATF

Tensione e commozione oggi alla IV udienza per l’attentato che ha ucciso il 19 maggio 2012 davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi la giovane studentessa Melissa Bassi. Imputato e reo confesso l’imprenditore Giovanni Vantaggiato, che oggi come già la volta scorsa non era presente in aula per “motivi di salute”, hanno fatto sapere i suoi legali.

All’udienza c’erano invece, come sempre, i genitori di Melissa. Oggi è stata la volta delle testimonianze delle altre due vittime dell’atroce e folle attentato, le sorelle Vanessa e Veronica Capodieci – quella che ha subito le lesioni più gravi, tra cui l’amputazione di due dita e la perforazione di un timpano – e …..

”In quel momento avevo il
telefonino in mano, poi ho sentito un boato e mi sono ritrovata
a terra, pensavo che era un sogno, che mi dovevo svegliare prima
o poi, pero’ ho capito che non era un sogno”, ha detto Veronica
Capodieci, 16 anni.
”Mia sorella – ha detto Veronica – era vicino a me, nessuno
ci aiutava, poi non ricordo più nulla”.

‘Io piangevo. Subito dopo
l’esplosione – ha raccontatoi ai giudici della Corte d’Assise Vanessa Capodieci – ho strappato
i vestiti di dosso a mia sorella perché erano in fiamme e col
mio giubbotto le ho coperto la pancia perché era aperta”. ”Io
cercavo di rassicurarla – ha continuato – le dicevo di stare
tranquilla. Nessuno ci aiutava”.

La ragazza ha anche riferito di aver notato, una volta scesa
dal pullman che da Mesagne l’aveva portata a Brindisi, insieme
alle amiche, un cassonetto blu vicino alla scuola: ”In quel
momento – ha detto – io ho pensato ‘cosa ci fa qui quel
cassonetto, noi non facciamo la raccolta differenziata”’. In
quel cassonetto – secondo quanto accertato dagli investigatori –
c’erano le bombole riempite di esplosivo che erano state
confezionate per compiere l’attentato, di cui deve rispondere
l’imprenditore 69enne di Copertino Vantaggiato.

Vanessa e’ rimasta per dieci giorni nell’ospedale di
chirurgia plastica di Brindisi e continua tuttora a fare terapie
con creme per le cicatrici.

Native

Articoli correlati