A processo il soldato Manning
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A processo il soldato Manning

E' cominciato il processo alla presunta talpa di Wikileaks. L'avvocato ha descritto le terribili condizioni di detenzione e chiesto la scarcerazione.

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11 Dicembre 2012 - 22.47


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Condizioni più severe di quelle di un condannato a morte. E del tutto illegali. David Coombs, l’avvocato del soldato americano Bradley Manning accusato di aver passato all’organizzazione Wikileaks centinaia di file segreti, ha parlato oggi di fronte alla Corte in una udienza dedicata alla situazione carceraria del detenuto, accusato di 22 capi di imputazione, il più grave dei quali è “collaborazione con il nemico”.

“Chiedo che tutte le accuse a suo carico cadano – ha detto Coombs – in ragione del modo in cui è stato detenuto con la complicità del governo”. Manning è stato arrestato in Iraq. Coombs ha descritto la condizione della sua carcerazione dal luglio 2010 a aprile 2011, quando il ragazzo ventiquattrenne è stato detenuto a Quantico, vicino Washington. “Da nove mesi vive in una cella di due metri per due e mezzo – ha detto Coombs – su 23 ore solo 20 minuti sono di luce naturale. E’ sotto osservazione di qualcuno continuamente come se fosse un animale dello zoo. Gli è vietato fare esercizi ginnici, e persino appoggiarsi al muro. E per quasi tutto il tempo è nudo”.

“Questo modo di trattare i detenuti ha proseguito Coombs – è riservato solo ai condannati a morte, o alle persone che si pensa possano tentare il suicidio ed è previsto che sia un regime temporaneo. Bradley va avanti così da 9 mesi”.

“E’ incredibile come tutti siano stati in combutta in questa storia”, ha rincarato l’avvocato, parlando di fronte a Manning, che era in aula e ha seguito tutto con attenzione. “Il direttore del carcere si è rifiutato di ascoltare quanto certificavano i medici, che hanno stabilito più volte come Manning non abbia problemi mentali né intenzioni suicide” ha detto Coombs, sostenendo che il direttore ha eseguito ordini arrivati direttamente dal Pentagono. “I medici – ha insistito l’avvocato – hanno certificato che il detenuto Manning è rispettoso e non pericoloso”.

“Sono state decisioni prese nell’interesse legittimo del governo e per ragioni di sicurezza”, ha risposto il procuratore Ashden Fein, secondo cui “togliergli i vestiti” è stata una scelta “necessaria” visti i comportamenti “suicidari” che Manning ha avuto subito dopo l’arresto in Kwait, dove effettivamente aveva reagito con una fortissima crisi d’ansia.

Il governo ha concesso che Manning è stato detenuto con un regime ingiustificato per sette giorni nel luglio del 2010, e ha chiesto alla Corte di sottrarre questi giorni alla pena che gli verrà inflitta.

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