Bimbo prelevato a forza dalla polizia (video)
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Bimbo prelevato a forza dalla polizia (video)

Polemiche dopo il video messo in onda nel corso della trasmissione di Rai3 'Chi l'ha visto': la polizia trascina un bambino di dieci anni affidato al padre dal tribunale.

Bimbo prelevato a forza dalla polizia (video)
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redazione Modifica articolo

11 Ottobre 2012 - 20.50


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Scene drammatiche, in una situazione certamente delicata, esasperata, in cui tutti hanno un po’ di colpa. Fatto sta che il video trasmesso ieri sera da Chi l’ha visto è choccante, e non a caso sta facendo esplodere dure polemiche. Sui social network il video rimbalza, e i commenti sono durissimi: “Ma come si fa?” “paese di m..”, “non si trattano così i bambini”.

Il fatto è accaduto davanti a una scuola nel padovano. Il bambino di dieci anni viene prelevato dalla polizia. Con lui c’è sua zia, che forse è la stessa che riprende le immagini con un telefonino. La polizia interviene in esecuzione di un’ordinanza di affidamento decisa dal tribunale dei minori di Venezia: il bambino è stato affidato al padre.

Se il tribunale ha deciso così, dei motivi ci saranno. Fatto sta che la scena che si svolge davanti alla scuola è agghiacciante. Il bambino viene prelevato mani e piedi, si divincola. Su di lui due uomini grandi e grossi. Lui grida “aiuto, zia, non respiro”. Insomma, un vero choc per il ragazzino.

La zia ci mette del suo. Grida: “Non si portano via così i bambini: che è, la Gestapo? I bambini vanno ascoltati. Chiamate un’ambulanza”. La scena, raccapricciante se si pensa a come si deve essere sentito quel ragazzino, va avanti per un minuto e mezzo. I poliziotti non sembrano cercare alcun contatto o dialogo con la zia, anzi, la spintonano e a un certo punto chiudono la porta della macchina.

Solo a quel punto interviene un ispettore di polizia, una donna, ha il fiatone e la voce rotta: “La sospensione non è stata accettata, altrimenti non saremmo qui”, dice alla zia del ragazzino “io sono un ispettore di polizia, lei non è nessuno”.

Qualche tempo fa, ha detto l’avvocato della donna, la mamma aveva fatto un ricorso finalizzato alla sospensione del provvedimento, ricorso che è stato rigettato dalla Corte. I due poliziotti aggrediti sono stati poi curati in ospedale a Cittadella. Nulla di grave, solo qualche graffio.

Dopo la diffusione del video, la polizia ha scritto un comunicato stampa dove si legge che «l’intervento è stato eseguito presso la scuola in quanto i tentativi esperiti in passato presso la casa materna e dei nonni non avevano avuto l’esito sperato, il bambino si nascondeva alla vista degli assistenti sociali e dal personale sanitario intervenuti”. “Non dovevamo farlo noi – aggiunge Eduardo Cuozzo, dirigente della divisione anticrimine della Questura di Padova, che ha coordinato l’intervento – lo doveva fare personale specializzato o il papà. Purtroppo i tentativi sono falliti”.

A partire dal fatto che la legge è legge, possibile che non esistano altri modi per eseguire le sentenze di affidamento?

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