31 miliardi il costo sociale del consumo di droga
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31 miliardi il costo sociale del consumo di droga

Nel 2011 lo Stato ha speso il 2% del Pil, per ogni euro investito in cure 6 di benefici. 2 miliardi in attività di contrasto, quasi la metà per la detenzione.

31 miliardi il costo sociale del consumo di droga
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8 Agosto 2012 - 10.59


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da Redattore sociale


Relazione annuale al Parlamento.
Costi per l’acquisto delle sostanze, costi di contrasto e detenzione, costi socio-sanitari e perdita di produttività: nel 2011 la spesa sociale è di 31,2 miliardi di euro (2% del Pil) nella lotta alla droga. Difficile quantificare il costo imputabile all’acquisto delle sostanze ma, in base alla stima sui consumi nella popolazione generale, secondo gli osservatori il “valore medio di 22,6 miliardi di euro incide per una quota del 72,3% sul totale dei costi sociali”. Seconda voce in questo “bilancio” per importanza (15%) i costi derivanti dalla perdita di produttività pari a 4,7 miliardi di euro, di cui la maggior parte riguarda la perdita di produttività in senso stretto, il 12% la perdita per morte prematura e il 20% per incidenti stradali. Lo Stato spende poi circa 2 miliardi di euro (7,1% del totale) in attività di contrasto alla tossicodipendenza di cui quasi la metà (48,2%) per la detenzione, il 18,7% per le attività delle forze dell’ordine e il 32,6% per le attività di tribunali e prefetture.


1,8 miliardi per l’assistenza socio-sanitaria.
Non ultimo il capito dell’assistenza sanitaria che però fa registrare anche qualche beneficio in termini di risparmio. La spesa complessiva è di 1,8 miliardi di euro, di cui il 40,2% per la cura delle patologie correlate, il 40,0% per l’assistenza dei soggetti presso i servizi e il 14,2% per l’assistenza nelle strutture socio-riabilitative. Ma a fronte di ogni miliardo circa di euro investiti nell’anno per l’assistenza socio-sanitaria ne deriva un beneficio diretto di circa 6 miliardi. C’è, da un lato, il risparmio per il mancato acquisto delle sostanze da parte dei tossicodipendenti in trattamento, che passa da da 2,19 miliardi a 8,8 miliardi, a cui si aggiunge il reddito da lavoro dei soggetti riabilitati e nuovamente reinseriti nel mondo del lavoro (3,9 miliardi euro), per un totale di almeno 6 miliardi di benefici.


Cresce l’investimento delle regioni.
Circa 48 milioni di euro investiti in prevenzione dalle regioni, che hanno aumentato l’investimento nel settore del 60%. Toscana, Lombardia, Emilia Romagna e Lazio, le regioni che più hanno investito in prevenzione selettiva (mirata a gruppi specifici). Il Dipartimento delle politiche antidroga nel 2011 ha finanziato progetti di prevenzione universale (campagna nazionale) e prevenzione selettiva (progetti per genitori, scuole, posti di lavoro, incidenti stradali) per il 21 % del proprio budget annuale per un totale di 1.497.000 euro. Anche se il consumo degli stupefacenti in Italia si conferma complessivamente in calo, ma non per giovani e studenti che invece aumentano l’assunzione. Sono oltre 2,3 milioni i consumatori in Italia (15-64 anni), sia occasionali che con dipendenza da uso quotidiano.


Consumi in calo non tra i giovani.
Il ministro Andrea Riccardi, nota “per la cannabis, ad esempio, una lieve tendenza all’aumento tra la popolazione studentesca. Sempre tra i giovani- continua- si assiste ad una ripresa dei consumi di stimolanti, mentre i consumi di cocaina e allucinogeni presentano un trend in diminuzione”. Per l’eroina c’è, in generale, “una diminuzione dei consumi; tuttavia preoccupa la stabilità dell’assunzione di tale micidiale droga da parte degli studenti dell’Italia meridionale e insulare e della popolazione femminile. La contrazione dei consumi, inoltre, sembra essere accompagnata da un aumento della frequenza di assunzione tra gli studenti che hanno provato eroina negli ultimi trenta giorni. Analogo discorso si puo’ fare per la cocaina, tenuto conto che in una parte della popolazione giovanile, 16-17enni, non si è potuto registrare alcun decremento”.


La polemica sulle droghe leggere.
Riccardi, inoltre, sempre nell’introduzione alla relazione antidroga, ritiene “doveroso precisare” che non intende sottrarsi “al dibattito sulla legalizzazione delle droghe leggere, che si è riavviato proprio in questi giorni sulla stampa, coinvolgendo anche ambiti qualificati dell’opinione pubblica”. L’argomento, “per la sua estrema delicatezza e le sue molteplici e rilevantissime implicazioni, richiede di essere affrontato nelle competenti sedi istituzionali, con i tempi necessari ad un confronto ricco ed articolato che certo non può realizzarsi nel breve periodo di governo che mi è stato affidato”.

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