Regalo di 50mila euro per i senatori della Lega
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Regalo di 50mila euro per i senatori della Lega

L'ex tesoriere di Palazzo Madama, Piergiorgio Stiffoni, attacca il capogruppo leghista Bricolo: una sua idea i buoni da 2mila euro.

Regalo di 50mila euro per i senatori della Lega
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redazione Modifica articolo

3 Giugno 2012 - 09.44


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Non è un buon periodo per i tesorieri dei partiti, ma soprattutto è un lavoro parecchio rischioso, viste le ultime vicende legate ad ammanchi di denaro, speculazioni finanziarie al limite della legalità e presunti peculati. Per non parlare poi dei tesorieri della Lega, che ultimamente si sono trovati coinvolti in vicende poco onorevoli. Non solo Belsito, dunque, ma anche l’ex tesoriere del Carroccio a Palazzo Madama Piergiorgio Stiffoni sarebbe nei guai.

Racconta, infatti, di buoni da 2000 euro per i senatori della Lega, da spendere nei negozi Mediawolrd. I soldi però sarebbero arrivati dal conto di appoggio del Senato intestato proprio a Stiffoni, che non ci sta a prendersi tutta la responsabilità per l’accusa di peculato che gli viene rivolta. L’idea, a quanto dice ‘ex tesoriere è partita dal capogruppo al Senato della Lega Federico Bricolo, prima del Natale 2011. Gli “venne l’idea di regalare a ogni senatore un buono acquisto, diviso in otto carte da 250 euro l’una”, dice Stiffoni.

”Tutto e’ stato fatto d’accordo con Bricolo. Non accetto che il capogruppo dica ai magistrati: di Stiffoni ho la massima fiducia, ma non sapevo quello che faceva”, dice l’ex tesoriere. ”Se devo essere condannato per peculato, stessa sorte dovrebbe toccare a tutti i senatori della Lega. Bricolo per primo”. La storia è riportata in un dossier che lo stesso Stiffoni avrebbe preparato, e nel quale figurano altri nomi di spicco della Lega Nord.

Non vengono risparmiate critiche nemmeno a Maroni, che ”ha preso la palla al balzo per farmi cancellare dal libro dei militanti. Poi ha detto che ero praticamente espulso, mi ha anche dato del delinquente e l’ho querelato”, aggiunge l’ex tesoriere in camicia verde. Ma l’ex titolare del Viminale attacca: ”Se l’è presa con me per questioni politiche. Lui è uno dei falsi sacerdoti della Lega. Ha voluto attaccarmi percheé ero, e sono, molto vicino a Gian Paolo Gobbo che ostacolava la corsa di Tosi in Veneto. Colpendo me ha voluto fargli terra bruciata attorno: è stato un attacco per interposta persona”.

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