Gli italiani non credono più nel Parlamento
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Gli italiani non credono più nel Parlamento

Dal nuovo Rapporto Eurispes emerge un Paese depresso, senza più fiducia nella politica e nei suoi rappresentanti. Grande apprezzamento solo per le Forze Armate.

Gli italiani non credono più nel Parlamento
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26 Gennaio 2012 - 11.50


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Un Paese depresso. Dal 24° Rapporto Italia dell’Eurispes, presentato questa mattina, emerge uno stato generale di depressione fra gli italiani, il totale scetticismo verso la politica e i loro rappresentanti e un forte gradimento invece per le forze armate. L’indagine è stata condotta su 1.090 cittadini nel periodo tra il 20 dicembre 2011 e il 5 gennaio 2012. Spiega il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara: “I poveri vedono allontanarsi la possibilità di migliorare la loro situazione economica; i ceti medi hanno paura di una progressiva proletarizzazione; i ricchi si sentono criminalizzati e hanno persino timore di mostrare il proprio status”.

Nessuna fiducia nelle istituzioni. Pessimo il giudizio degli italiani nei confronti delle istituzioni. Per il 71,6% la fiducia è diminuita, mentre soltanto per il 4,1% è aumentata. La serie storica dal 2004 mette in evidenza come il dato del 2012 sia, in assoluto, il più alto sul fronte della sfiducia dei cittadini. Questo risultato non può che essere interpretato come una vera e propria presa di distanza nei confronti del sistema istituzionale in generale. Ad esprimere un senso di sfiducia più forte sono i giovani tra i 25 e i 34 anni (74,6%).

Si salva il Presidente. L’unico protagonista sul fronte dei consensi alle istituzioni è il Presidente della Repubblica (62,1%). Si rileva, tuttavia, l’interruzione del trend positivo: un calo di fiducia del 6,1% tra lo scorso anno (68,2%) e quest’anno e, parallelamente, un aumento di quanti segnalano la propria sfiducia (ne aveva poca o nessuna complessivamente il 27,6% nel 2011, mentre nel 2012 il dato arriva al 35,5%). “Anche il passaggio dal Governo politico di Berlusconi al Governo tecnico di Monti non sembra aver contribuito ad aumentare la fiducia in questa istituzione”, segnala l’Eurispes.

Parlamento senza credibilità. Il Parlamento occupa il gradino più basso nella classifica di considerazione degli italiani. Solo il 9,5% vi ripone molta o abbastanza fiducia. Confrontando i dati con quelli relativi agli anni precedenti, si passa dal 26,9% del 2010 al 15% del 2011, sino all’attuale 9,5%, che rappresenta in assoluto il punto più basso dal 2004 (36,5%) ad oggi.

Scende la magistratura, salgono i Carabinieri. Crolla il livello di fiducia nella magistratura, al 36,8%, 17 punti percentuali in meno rispetto alla precedente rilevazione (53,9%). Si tratta del dato più basso registrato dopo il 38,6% del 2006. Tra le istituzioni, quelle sulle quali si ripone ampia fiducia sono le Forze dell’ordine. Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza che raggiungono sempre, in tutte le rilevazioni annuali, quote di consenso molto ampie. Al primo posto, come tradizione, figura l’Arma dei Carabinieri con un livello di consenso pari al 75,8%, seguito dalla Polizia di Stato con il 71,7% e dalla Guardia di Finanza con il 63,3%.

I giovani credono nelle Forze Armate. Il livello di fiducia nelle Forze Armate si attesta al 67,8%. I consensi sono soprattutto espressi tra i 18-24enni, facendo posizionare le Forze Armate come la prima istituzione quanto a gradimento tra i giovani. Ottimi risultati ottiene il Corpo Forestale dello Stato che con il 68,1% dei consensi cresce rispetto allo scorso anno (64,6%) e si inserisce allo stesso livello delle altre Forze di polizia. I Servizi segreti compiono quest’anno un balzo in avanti, raccogliendo la fiducia del 40,6% dei cittadini e segnando un aumento di ben 10 punti percentuali rispetto al 30,5% del 2011.

Risale la chiesa. La Chiesa cattolica torna ai livelli del 2010 dopo il calo dello scorso anno (40,2%), attestandosi al 47,3%. Parallelamente, le altre confessioni religiose segnalano una lieve crescita rispetto al dato 2011 passando al 22,7% nel 2012. Lieve flessione anche per le associazioni di volontariato, che godono, comunque, di un consenso altissimo: 71,3% nel 2009, balzato all’82,1% nel 2010, diminuito nel 2011 al 79,9% e attestatosi oggi al 77,4%. Le associazioni dei consumatori conquistano un buon risultato raccogliendo il 52,1%, ma con un calo rispetto al 55% dello scorso anno. In calo le associazioni degli imprenditori, che erano passate dal 21% del 2009 al 35,7% del 2010, scendendo ancora al 28,6% nel 2011 e arrivando quest’anno al 20,9%. Soffre anche la Pubblica amministrazione, che passa dal 19,5% al 17%.

Male i sindacati. I sindacati, calano ancora arrivando al 17,2% dei consensi (21,3% nella scorsa rilevazione). I partiti politici declinano progressivamente e inesorabilmente nella fiducia degli italiani: si passa dal 12,8% del 2009 al 12,1% del 2010 e si assiste infine al crollo, segnalato nel 2011 al 7,1% e quest’anno al 6,8%; un dato questo che si lega al numero di quanti hanno dichiarato di non sentirsi rappresentati da nessuno degli schieramenti politici (40%).

Manovra considerata iniqua. Riguardo alla manovra “Salva Italia” soltanto il 7,2% dei cittadini pensa che sia stata equa. Il 45,9% crede che la manovra sia stata dura solo con i ceti più deboli e il 38,6% afferma che la manovra ha penalizzato i ceti medi, privilegiando le classi abbienti. In molti affermano che il Governo Monti sia espressione delle banche, l’opinione degli italiani è che questo corrisponda al vero nel 58,3% dei casi (30,8% abbastanza; 27,5% molto), non la pensa così il 26,6% (18,9% poco; 7,7 per niente) e una buona parte non ha saputo esprimere un giudizio (14,5).

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