Caccia F-35: il governo va avanti
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Caccia F-35: il governo va avanti

Il ministro della difesa Di Paola annuncia che l'acquisto di 131 aerei al prezzo di 15 miliardi di euro non si ferma. Si tagliano le pensioni; ma non le armi.

Caccia F-35: il governo va avanti
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15 Gennaio 2012 - 18.08


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Il programma per l’acquisto dei caccia F-35 Joint strike fighter (Jsf) – che prevede l’acquisto di 131 velivoli fino al 2026 con una spesa di circa 15 miliardi di euro – «andrà avanti». Lo ha detto il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, intervistato nella trasmissione di RaiTre In mezz’ora. «Il programma – ha ricordato il ministro – è complesso, richiede anni ed ha difficoltà, come tutti quelli di questo tipo. È sotto esame, ma – ha sottolineato – ci sono tutti i segni per comprendere che andrà avanti ed a breve avrete conferma di ciò». Quando il segretario Usa alla Difesa, Leon Panetta, ha proseguito Di Paola, «svelerà i programmi di investimento per il futuro e quelli che invece non andranno avanti, sono convinto che Jsf avrà il suo spazio». «Ci sono – ha proseguito il ministro – difficoltà e giusti ‘warning’ dati all’azienda produttrice affinchè apporti correttivi, ma i progressi fatti nello sviluppo giustificheranno una continuazione del programma». Di Paola ha ribadito che «stiamo rivedendo l’intero strumento militare e tutti i programmi, anche il Jsf, non ci sono vacche sacre. È in corso una valutazione e fra due o tre settimane avrò più elementi da comunicare».

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Le critiche

«Come spiegare ai cittadini che dovranno probabilmente pagare un nuovo ticket per il ricovero in ospedale, ma che potranno sempre avvalersi di 131 nuovi aerei da guerra? Il Governo dovrà trovare una valida giustificazione, visto che oggi il ministro Di Paola non ha annunciato nessun ridimensionamento, rispetto all’impegno di acquistare 131 cacciabombardieri per un costo totale di oltre 12 miliardi di euro, in un paese che ogni anno spende meno di 230 milioni di Euro in ricerca sul cancro». Lo sostiene il senatore Pd Ignazio Marino. «Del resto – sostiene Marino – perch‚ mai dovremmo imitare la Norvegia o la Danimarca che hanno sospeso l’acquisto di queste macchine da guerra per destinare più risorse alla crescita e alla ricerca, o la Germania dove il cancelliere Merkel ha deciso di ridurre di 40.000 uomini l’esercito e di rinunciare ad armamenti modernissimi? In Italia con tre miliardi di euro potremmo mettere in sicurezza mille scuole; con 100milioni di euro (il costo di un solo F-35) potremmo acquistare 20 treni per i pendolari. Non sono numeri che si possono ignorare, soprattutto se si chiedono cospicui sacrifici ai cittadini».

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«Sono molto scettico di fronte agli annunci televisivi. Ne ho visti fino troppi rimasti promesse al vento. Temo che così sarà anche per l’impegno, quasi sussurrato, dal ministro Di Paola su RaiTre, di rivedere i programmi di difesa, compreso l’acquisto degli F35, in base al quadro finanziario». A dichiararlo il capogruppo dell’Italia dei Valori in Senato, Felice Belisario. «Più volte l’Italia dei valori ha denunciato l’inutilità di alcune spese militari e del rifinanziamento delle missioni italiane all’estero, non ultima quella in Afghanistan -prosegue Belisario-. Ragioni etiche e di politica estera, ma anche economiche in un periodo in cui ai cittadini si chiedono grandi sacrifici. È un controsenso spendere 15 miliardi di euro per 131 cacciabombardieri, tra l’altro secondo una inchiesta de Il Fatto, difettosi». «Vorrei che questa volta all’annuncio del ministro seguano fatti concreti. Lo aspettiamo alla prova del nove,venga subito in Parlamento con provvedimenti chiari. Tagliare gli sprechi -conclude Belisario- è questo che si aspettano gli italiani, prima che si chieda loro di pagare ancora una volta».

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