Gramsci arruolato da Di Paola sui tagli alle Forze Armate
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Gramsci arruolato da Di Paola sui tagli alle Forze Armate

Deve aver colto aria di ammutinamento il ministro di Paola che invia una nuova lettera al personale delle Forze Armate. Tagli alla difesa per maggior efficienza, promette.

monti e di paola
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5 Aprile 2012 - 12.34


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L’ammiraglio deve avere il fiuto del vecchio lupo di mare. Brutta aria nelle Forze Armate, minacciate di tagli severi all’organico. Lì non c’è la Fiom, ma dai marescialloni ai generali, il malumore risulta palpabile. Ed ecco l’apprendista politico che corre ai ripari. Educatamente si presenta: “Sono il ministro della Difesa Giampaolo Do Paola”. Poi, come si usa tra militari, va diritto al sodo. “Da alcuni commenti (. . .) mi è sembrato di capire che è opportuno, da parte mia, approfondire alcuni aspetti della riforma (. . .).

Subito dopo, il colpo a sorpresa. «Antonio Gramsci disse: si può essere cosmopoliti solo a patto di avere una Patria. Per essere veramente europei, dobbiamo saper essere italiani». Sconcerto nella truppa scarsamente usa a frequentare letture di Gramsci. Ma non basta. Poi il Presidente Giorgio Napolitano, che Gramsci lo conosce, e bene. «Siamo stati concentrati sulla difesa dell’euro, mentre abbiamo bisogno di una Europa in tutti i campi, anche in quello della politica estera e di sicurezza comune». Insomma, anche lo Spead militare va superato.

E di problemini armati ne abbiamo. Intanto un po’ di geopolitica. Parendo dal «Nostro cortile di casa, il Mediterraneo». Il Medio Oriente per l’Italia è “prossimo” Oriente, e siamo più vicini a Tripoli che a Lussemburgo. Questo purtroppo lo sospettavamo oltre la geografia. Quindi, occorre «una Maastricht della Difesa». Forse armate pienamente integrabili, stesso livello tecnologico, quindi, «profonda revisione della Struttura Difesa”, ripete il ministro che, sulla base dei dati che seguono non sembra avere tutti i torti.

Struttura difesa attualmente «sottocapitalizzata e sovradimensionata». Tra Monti e Marchionne, l’ammiraglio precisa. «La nostra spesa per la funzione difesa in rapporto al Pil, è la più bassa a livello europeo. Solo 90 centesimi ogni 100 euro di ricchezza prodotta, contro una media Ue si1,61 euro». Ma. Un ma grosso come una casa. «Dei 90 centesimi di spesa militare 63 vanno per il personale, cioè il 70%». Obiattivo: «Riportare la spesa del personale attorno al 50% e destinare il resto all’operatività, addestramento, investimenti, sviluppo tecnologico».

In mezzo ci stanno certamente i contestatissimi caccia bombardieri F-35, ma non è questo oggi il tema. La lettera “anti ammutinamento” dell’ammiraglio-ministro ovviamente si conclude con la consolazione. Certo, «la riforma non sarà facile, non sarà indolore», ma. «Processo di progressiva riduzione», «A regime nell’arco di almeno un decennio», «Nessuno intende mandare a casa il personale dall’oggi al domani», «non sarà del tutto indolore, ma sarà progressivo e responsabile».
Anche perché altrimenti Antonio Gramsci si arrabbierebbe molto.

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