TreniTaglia i binari del Sud
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TreniTaglia i binari del Sud

Immagine nitida di un Paese spaccato in due. In Calabria le corse subiranno una drastica riduzione, meno 20 treni per le tratte a lunga percorrenza. Il Meridione penalizzato.<br>

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13 Dicembre 2011 - 12.17


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di Angela Corica

Il Sud sempre più isolato. Trenitalia farà conoscere il destino dei collegamenti delle regioni del Sud con il resto del Paese. E le notizie arrivate fino ad ora sono poco incoraggianti. In Calabria le corse subiranno una drastica riduzione (meno 20 corse per le tratte a lunga percorrenza). Immagine ancora più nitida di un Paese spaccato in due. Superata la retorica sulle condizioni di arretratezza delle regioni meridionali, a centocinquant’anni dall’Unità nazionale, si parla ancora di emarginazione, di divisione, di disunità. Condizioni di cui si fanno complici ora la classe politica (in questo caso il provvedimento per il taglio dei treni è nato da un disegno del governo Berlusconi e della società di trasporto) ora chi investe per potenziare i servizi, ma non verso le regioni che più ne avrebbero bisogno e che soffrono continui disagi.

Trasporto regionale allo sbando. Studenti e lavoratori lamentano numerosi disservizi, carrozze vecchie e spesso sporche, continui ritardi, cancellazione di corse e così via. L’alternativa è l’autobus o la macchina. Ma, in entrambi i casi, (per gli autobus bisogna stare attenti anche al numero di corse giornaliere) bisogna affrontare l’autostrada. Non una qualsiasi autostrada, la famigerata Salerno–Reggio Calabria. Cosa di non poco conto, viste le ripetute interruzioni, i cartelli con i lavori (sempre in corso), il traffico. Insomma in entrambi i casi non si va sul sicuro e già dal mattino un lavoratore o uno studente, o semplicemente chi ha bisogno di spostarsi per qualsiasi altro motivo, deve mettere in preventivo tutte le probabili emergenze cui deve far fronte.

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Niente investimenti. La situazione è allarmante, così come è difficile trovare una alternativa. La Manovra del governo Monti, infatti, ha previsto due miliardi di investimenti per il futuro dei treni ad alta velocità. Per i treni come gli intercity, i notturni e tutti quelli a lunga percorrenza, invece, mancano ben 134 milioni, che dovevano provenire dai ricavi sui biglietti del 2011, che l’azienda non ha realizzato e quindi taglia. E pare che la situazione tenda a peggiorare ulteriormente: il trasporto locale si basa sui contratti di servizio che Trenitalia ha realizzato con le Regioni, validi fino al 2014 e che prevedono una spesa di 2 miliardi l’anno. Ecco perché è improbabile che le regioni meridionali riescano ad emergere dal pantano, quando non sono previsti investimenti ma solo ulteriori costi. Per l’anno prossimo il taglio è di 800 milioni.

Ulteriore isolamento. Ed è per tutti questi motivi che i cittadini hanno cominciato a protestare, contro l’isolamento della Regione e contro le decisioni di “TreniTaglia”, come è stata ribattezzata l’azienda. Dalla città dello Stretto parte un coordinamento di giovani “I-Solati” formato da numerose sigle: (Ugl giovani, Gd, Generazione futuro, Udc giovani, Sel, Fiamma tricolore, New Deal, Trust, Ius Rheginum, Temerariamente, Chronos area briganti). Tantissimi hanno messo da parte ideologie e appartenenze partitiche per fare fronte comune e chiedere che vengano garantiti anche in Calabria i normali servizi di trasporto. “Il coordinamento – si legge nel documento di presentazione del movimento – si prefigge di poter partecipare attivamente creando proposte da rivolgere alle istituzioni. In previsione dei tagli di Trenitalia, che andrebbero ad aggravare l’isolamento della nostra regione, ecco alzarsi la voce dei giovani calabresi”.

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Tutto il sud. Ma il provvedimento non riguarda solo la Calabria, dove la situazione preoccupa maggiormente per una serie di altre emergenze in contemporanea, come la precaria rete autostradale. La manovra colpisce tutto il Meridione. Basti pensare alla protesta dei sindaci delle maggiori città pugliesi, come Bari, Foggia, Taranto e Lecce, che dopo la protesta hanno raggiunto una trattativa col governo e Trenitalia. I sindaci, nonostante l’assenza della Regione Puglia, hanno ottenuto la disponibilità da parte dell’azienda di aprire un tavolo con il Ministero delle Infrastrutture per fare il punto sulla riorganizzazione del servizio nei territori meridionali. Viste le premesse, sarà però difficile trovare con facilità una via d’uscita.

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