Serie A: non si gioca, sciopero confermato
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Serie A: non si gioca, sciopero confermato

Beretta respinge la proposta dell'Aic. Abete: a rischio anche le altre giornate.<br>

Serie A: non si gioca, sciopero confermato
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26 Agosto 2011 - 17.59


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Ora è ufficiale: la prima giornata del campionato di serie A, che doveva iniziare domani e continuare domenica, non si gioca. La notizia arriva da Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione calciatori.
Le mediazioni a questo punto sono finite e il calcio resta al palo.
Non è stata accolta l’ultima proposta dell’Aic, quella della “firma ponte” di un anno, lanciata stamattina proprio dall’Associazione italiana calciatori, per evitare lo sciopero e consentire alle squadre di serie A di iniziare, a partire da domani, il nuovo torneo.
Per il presidente della Federcalcio, Abete, sono a rischio anche le giornate successiva.
Insomma al momento sembra che la Serie A rischi un lungo stop. Sul web, intanto, piove un diluvio di commenti indignati sulla scelta dei calciatori.

Fallisce anche l’idea di De Laurentiis

Raccogliendo un’idea del presidente del Napoli De Laurentiis, il presidente dell’Aic lancia alla Lega Calcio l’offerta di firmare un contratto collettivo “ponte” fino a giugno 2012, sulla base del testo già firmato dall’Aic e respinto finora dalla Lega: nessuna correzione agli articoli 4 (contributo di solidarietà) e 7 (allenamenti separati).
Subito dopo si aprirebbe un tavolo per affrontare i punti più controversi ed entrare nel merito anche della questione dei diritti d’immagine dei calciatori, che interessa molte società.
Il sindacato si è rivolto al presidente della Lega Calcio, Beretta.
La risposta è attesa per le prossime ore.
Se sarà negativa, la Federcalcio annuncerà il rinvio della prima giornata.

Fino a questo momento non si gioca

Non si gioca, la serie A domani e domenica non parte. L’inizio del campionato è rinviato a settembre.
Beretta e la Lega Calcio rifiutano la mediazione di Abete. Maurizio Beretta, presidente della Lega, ha rigettato la proposta di Abete, che in mattinata aveva proposto lo stanziamento di un fondo federale per il contributo di solidarietà.
“La posizione della Lega non è cambiata – ha detto Beretta -. Abbiamo chiesto di integrare il contratto collettivo con due commi negli articoli 4 e 7. Non c’è margine per trattare. L’Aic decidendo di non scendere in campo si è assunta una responsabilità gravissima”.

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Tommasi ribadisce: “Senza firma non giochiamo”

“Lo abbiamo detto nei giorni scorsi, lo ribadiamo oggi: senza firma del contratto collettivo i giocatori non scenderanno in campo sabato e domenica. Un minuto
dopo la sigla dell’accordo noi siamo pronti a giocare”. Lo ha ribadito all’Ansa il presidente dell’Aic, Damiano Tommasi, dopo la conclusione del Consiglio federale.
“Ora aspettiamo le decisioni di Abete. Ma quel che è successo in questi due giorni è lampante, qualcuno non voleva che si giocasse”.

Lo sconcerto del Coni

“Incomprensibile e insostenibile”. Il Coni bolla così la situazione creata dalla vertenza tra il sindacato dei calciatori e la Lega di serie A che ha portato all’annunciato sciopero dei giocatori per la prima giornata di campionato. “Chi oggi pensa a se stesso – afferma tra l’altro in un comunicato l’ente che governa lo sport italiano – si assume la responsabilità dei provvedimenti che verranno presi in futuro a tutti i livelli”.

Ieri la rottura

Sembrava quasi fatta per l’avvio del campionato di serie A, che doveva partire sabato prossimo. L’esito della riunione della Lega Calcio sembrava essere, infatti, favorevole.
In questo senso va un commento del presidente del Cagliari, Cellino, uscito mentre non si era ancora arrivati a una conclusione.
Ma alla fine la Lega di serie A ha detto no alla firma dell’accordo per il contratto collettivo.
“L’Assemblea ha respinto a larga maggioranza, 18 contro 2, l’intesa con l’Aic”, ha spiegato il presidente di Lega Maurizio Beretta. Favorevoli solo Cagliari e Siena. Da qui, forse, l’ottimismo diffuso da Cellino.
Il consiglio federale è stato aggiornato a stamattina e sembra sempre più difficile la mediazione, alla presenza di Abete, per cercare di scongiurare lo sciopero.
Nelle ultime ore ha preso corpo l’idea di un rinvio della prima giornata (si recupererebbe il 21 dicembre).
Si partirebbe direttamente dalla seconda, sempre che nel frattempo si trovi un’intesa.
Ma la matassa sembra più che mai ingarbugliata.

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Tommasi (Aic): “Qualcuno ha interesse che non si cominci”

L’ultima parola spetta ora ai calciatori, ma è difficile che – in questa situazione – accettino di iniziare il campionato. “Al momento non ci sono le condizioni perché si giochi”, è il commento del presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi (nella foto) dopo la decisione della Lega di A di respingere l’accordo per il contratto collettivo. “Le richieste della Lega sono pretestuose, il consiglio federale è aggiornato ma non vedo cosa possa cambiare”. “Sono allibito – ha aggiunto Tommasi – che domenica non si giochi, o che ci sia il forte rischio che non si giochi”.
Il no dell’assemblea di Lega di oggi, secondo il presidente dell’Aic, “prescinde dalla possibilità di firmare: le modifiche proposte per noi non erano accettabili, ma chi le ha proposte non ha lasciato la delega per la firma e ha chiuso l’assemblea. Non giocare non fa bene a nessuno, ma qualcuno ha interesse che non si cominci”.
Oggi l’ultimo tentativo per evitare lo stop.

Il calendario della prima giornata

Il nuovo campionato, se si troverà un accordo in extremis, parte con un derby toscano.
Alle 18 di sabato è, infatti, in programma Siena-Fiorentina.
Il posticipo delle 20,45 coinvolge la vincitrice dello scudetto. Si gioca, infatti, Cagliari-Milan.

Domenica alle 18 al San Paolo sfida tra Napoli e Genoa.

Alle 20,45, invece, tutte le altre partite:

Atalanta – Cesena

Bologna – Roma

Inter – Lecce

Lazio – Chievo

Novara – Palermo

Parma – Catania

Udinese – Juventus

Le notizie del 23 agosto

“Se non si firma il nuovo accordo collettivo la prima giornata sarà posticipata”. È questa la posizione che l’Assocalciatori ha ribadito ieri dopo l’incontro fra i delegati delle squadre di Serie A e i vertici del sindacato che si è tenuto nel primo pomeriggio a Milano.
“Dopo un anno questa non può essere considerata una minaccia. Il fatto è che non si può cominciare il campionato senza l’accordo collettivo”, ha chiarito il presidente dell’Aic Damiano Tommasi, che ha preferito non fare percentuali sulla possibilità che salti lo sciopero dei giocatori per la prima giornata di campionato in programma questo fine settimana: “queste percentuali dovete cercarle in Lega, noi speriamo di cominciare il campionato perché vuol dire che abbiamo firmato l’accordo”.
Fra i giocatori presenti alla riunione – schierati in una simbolica “tavola rotonda” – c’erano Chiellini della Juventus, Pellissier del Chievo, Agazzi del Cagliari e sono attesi Stendardo per la Lazio, Ranocchia per l’Inter, Gattuso e Amelia per il Milan.
Si attende, quindi, la riunione della Lega Calcio, che si terrà domani. I giocatori fanno sapere che, se non arriverà la firma sul rinnovo dell’accordo collettivo, lo sciopero per la prima giornata del 26-27 agosto sarà sicuro.
“Noi paghiamo le tasse”
“Mi auguro che l’interpretazione di Abete, che a nostro avviso non era necessaria, soddisfi la Lega e convinca a mettere una firma in calce a accordi presi ormai da mesi. I tempi tecnici ci sono, visto che mercoledì è in programma un consiglio federale e anche la Lega pare abbia convocato una riunione”, ha aggiunto Tommasi.

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“Pagheremo il contributo di solidarietà”

A Milano, nelle due ore della riunione, non si è discusso solo di contratto e sciopero, ma anche del contributo di solidarietà: “In qualità di normali contribuenti, come calciatori pagheremo il contributo di solidarietà, se ci sarà e se verrà approvato – ha ribadito Tommasi -. Si è fatto un polverone strumentale da parte della Lega su questo argomento: in realtà io non ho mai sentito nessun giocatore dichiarare di non voler pagare questo contributo. Noi calciatori abbiamo sempre pagato le tasse nei tempi e nei modi previsti dalla legge”.

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