Piero Angela, il grande giocoliere che ci spiegava i misteri dell'universo
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Piero Angela, il grande giocoliere che ci spiegava i misteri dell'universo

Piero Angela se n'è andato con riservatezza, com'era nel suo stile.  Ci ha lasciato orfani, tutti noi che avevamo pocciato dal suo modo di fare giornalismo e divulgazione.

Piero Angela, il grande giocoliere che ci spiegava i misteri dell'universo
Piero Angela
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Maurizio Boldrini Modifica articolo

13 Agosto 2022 - 14.11


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Piero Angela è il volto della Rai, un volto che ci mancherà. Un volto della bella Rai che abbiamo conosciuto nei suoi anni d’oro e che ora stiamo perdendo di vista, proprio perché si lascia alle spalle, anno dopo anno, quei tratti peculiari che amavamo. Piero Angela se n’è andato con riservatezza, com’era nel suo stile.  Ci ha lasciato orfani, tutti noi che avevamo pocciato dal suo modo di fare giornalismo e divulgazione. Raccontava, in modo semplice, cose molto difficili e complesse. Aveva il dono di parlare in modo chiaro perché aveva appreso la maniera di scriver chiaro. Aveva un sapere suo, e si avvertiva anche quando lo usava, con lievi tocchi e notazioni quasi di sottofondo. E sapeva utilizzare il sapere degli altri, dei competenti e dei veri esperti, senza impossessarsene, come fanno alcuni tuttologi che tentano di imitarlo. L’Università, i Centri di studi, gli eruditi erano la fucina dalla quale traeva i contenuti che, con la sua traduzione, permettevano a milioni d’italiani di entrare in contatto con discipline difficili o di meravigliarsi di fronte a consuetudini svelava lo che magari già conoscevano ma non le avevano mai pensate come, ora, lui li conduceva a fare

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.  Uno dopo l’altro, uomini e donne che hanno fatto grande il nostro giornalismo, se ne stanno andando. Qualche settimana fa era mancato Eugenio Scalfari e, prima ancora ci avevano lasciato tante firme che ci hanno resi orgogliosi di praticare e insegnare questo mestiere. 

In Piazza del Campo, poco tempo addietro, l’Università di Siena lo aveva insignito di un alto titolo, proprio per la sua capacità nel campo della comunicazione. Nella “Laudatio”, Giovanni Manetti ricordava come “in tutte le attività comunicative svolte da Piero Angela, si sono dimostrate fondamentali due qualità che già Aristotele nel libro sulla Retorica elogiava: la chiarezza innanzitutto (sapheneia) e la dimensione ludica (il geloion) ovvero l’atteggiamento del “ludendo docere”, che crea complicità comunicativa con il proprio pubblico”. 

Chiarezza e umorismo costituiscono due delle cifre della sua proposta comunicativa che è stata innovativa e che si è dimostrata capace di attirare anche le generazioni via via più giovani. Sono ormai tre le generazioni che hanno seguito e apprezzato i programmi di Piero Angela che entra in Rai nel 1952, mentre televisione stava nascendo: non ha caso vi arriva come cronista e collaboratore del Giornale Radio. E nel timbro della voce questa sua origine nella radiofonia la s manterrà in tutti i successivi passaggi. 

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Dal 1955 al 1968 è corrispondente del Telegiornale, prima a Parigi, poi a Bruxelles. Nel 1968 presenta la prima edizione del Tele Giornale dell’ora di pranzo, alle 13.30, e nel 1976, infine, condurrà con Andrea Barbato (altro grande, forse un po’ dimenticato) il telegiornale del nascente e dirompente TG2.

La sua attività di divulgatore scientifico incomincia nel 1969 con la serie di “Il futuro dello spazio” al quale fanno seguito “Destinazione uomo”, “Da zero a tre anni”, “Dove va il mondo?”, “Nel buio degli anni luce”, “Indagine critica sulla parapsicologia”, “Nel cosmo alla ricerca della vita”, e altre ancora. “Quark” è del 1981 e, con questa nasce, di fatto, la prima trasmissione televisiva di grade divulgazione scientifica. Chi non ricorda la sigla del programma? La magnifica “Aria sulla quarta corda” di Bach, eseguita dal gruppo vocale “The Swingle Sisters”. Di musica, d’altra parte Piero Angela, ci capiva molto. Era la sua vera passione, come confesserà più volte. Quell’originaria trasmissione genererà numerosi spin-off (“Superquark”, “Quark speciale”, “Quark economia”, “Quark Europa”, “Il mondo di Quark”) nei quali dei ruoli sempre più rilevanti, oltre i contenuti, avrà anche la forma: l’uso della Computer Graphics e delle ricostruzioni in tridimensionale. Il figlio Alberto perfezionerà, con un’accurata visione professionale, l’uso delle tecnologie, in particolare per il format di “Ulisse”, programma a puntate monografiche, riguardanti scoperte storiche e scientifiche.

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