Il sospetto del Copasir: gli opinionisti filo-russi ospiti dei talk italiani sono pagati dal Cremlino?
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Il sospetto del Copasir: gli opinionisti filo-russi ospiti dei talk italiani sono pagati dal Cremlino?

Il Copasir ha programmato nei prossimi giorni na serie di audizioni per cercare di rispondere ad alcune domande sorte da circostanze giudicate sospette

Il sospetto del Copasir: gli opinionisti filo-russi ospiti dei talk italiani sono pagati dal Cremlino?
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9 Maggio 2022 - 15.13


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Il Copasir, il Comitato Parlamentare  per la sicurezza della Repubblica, ha programmato nei prossimi giorni na serie di audizioni: il direttore dell’Aisi, Mario Parente (l’11 maggio). L’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes (il 12). E il presidente dell’Agcom, Giacomo Lasorella (il 18). Il motivo è il sospetto che dietro la presenza di opinionisti stranieri nei talk show italiani non ci sarebbe soltanto il giornalismo. O il caso. Ma “un’operazione di disinformazione organizzata e pensata a monte da uomini del governo russo”.

I sospetti del Copasir nascono dalla certezza che alcuni degli opinionisti stranieri chiamati dai talk show italiani siano a libro paga del governo di Putin. C’è il caso di Nadana Fridirkhson, presenza fissa in alcuni programmi (è stata recentemente a Carta Bianca), che lavora per la tv del ministero della Difesa russa. Ma ci sono sospetti per almeno altre tre persone. 

Il Copasir sa di muoversi su un terreno impervio, dato che ci troviamo nel campo della sacrosanta libertà di espressione e di informazione. Ma proprio partendo dalla decisione dell’Ue di mettere al bando Russia Today e l’agenzia Sputnik, giustificando la scelta con la loro considerazione di queste testate come ‘armi della propaganda di Putin’ colpevoli di diffondere notizie manipolate, lo stesso principio potrebbe applicarsi anche per i talk italiani. 

Leggi anche:  Il Cremlino considera 'pericolose' le dichiarazioni di Macron e Cameron sul conflitto in Ucraina

I servizi segreti agiranno per gradi e cercheranno di rispondere ad alcune domande: c’è una lista di opinionisti?  C’è qualcuno, magari in ambasciata, che offre i contatti? Gli autori dei singoli programmi si muovono autonomamente o c’è una regia?

Il sospetto infatti nasce proprio da una circostanza che non è sfuggita:  il primo maggio scorso contemporaneamente in prima serata in Italia sono andate due intervista. Quella al ministro degli Esteri russo, su Rete 4, e quella al giornalista amico di Putin Vladimir Solovyev, su La 7. Due voci ufficiali di Putin entrambi sotto sanzioni da parte dell’Italia e della Ue.

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