Cancellati da YouTube i canali in lingua tedesca di un'emittente russa: "E' una guerra mediatica"
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Cancellati da YouTube i canali in lingua tedesca di un'emittente russa: "E' una guerra mediatica"

Il canale Rt era accusato di violare “la politica di disinformazione sul coronavirus. Bloccheremo i media tedeschi in Russia per rappresaglia"

Ministra degli Esteri russa Zakharova
Ministra degli Esteri russa Zakharova
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29 Settembre 2021 - 11.14


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Molti sono liberi di lanciare fake news sul Coronavirus: quando poi però certe informazioni vengono oscurate per manifesta inferiorità intellettuale, molti si mettono a fare le vittime.

Il governo russo, attraverso la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, ha denunciato la decisione di YouTube di cancellare i canali in lingua tedesca dell’emittente RT, finanziata dallo Stato, come “guerra d’informazione” e ha detto che bloccherà i media tedeschi in Russia per rappresaglia. Il sito di streaming video, che fa capo a Google, ha cancellato i canali tedeschi di Dfp di Rt per aver violato “la politica di disinformazione sul coronavirus”.

“Questa è una vera e propria guerra mediatica dichiarata dalla Germania contro la Russia”, ha twittato la direttrice di Rt Margarita Simonyan. 

“I progetti in lingua tedesca della holding russa RT sono stati sottoposti a un atto di aggressione informativa senza precedenti da parte di YouTube, commesso con l’evidente connivenza, se non su insistenza, della parte tedesca”.

Queste le parole che si leggono in una nota pubblicata sul sito del ministero degli Esteri russo.

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“L’obiettivo dell’aggressione contro i progetti di RT è ovvio: annegare le fonti di informazione che non si adattano a uno sfondo mediatico comodo per le autorità tedesche. Così, in nome di interessi opportunistici che hanno prevalso sulle proclamate ‘norme e valori’ liberali, la piattaforma internet americana e le autorità tedesche, con le loro azioni, hanno portato al fatto che i 700.000 spettatori di lingua tedesca, abbonati ai canali menzionati, hanno improvvisamente perso la loro fonte di informazione scelta” prosegue la nota.

 

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