La Sueddeutsche Zeitung loda il 'modello' Italia sul Covid: "Vigilanza e disciplina"
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La Sueddeutsche Zeitung loda il 'modello' Italia sul Covid: "Vigilanza e disciplina"

Il giornale tedesco racconta come il nostro paese abbia affrontato con successo la pandemia: "L'Italia si erge a modello, il modello di una gestione responsabile della pandemia"

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
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25 Settembre 2020 - 20.45


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L’Italia modello di gestione della lotta al Coronavirus: in un lungo articolo, la Sueddeutsche Zeitung analizza oggi come “con un misto di disciplina, molti test, e veloci contromisure” il nostro paese sia finora riuscito a contenere le infezioni. “Improvvisamente l’Italia si erge a modello, il modello di una gestione responsabile della pandemia. Una svolta in realtà non prevedibile”, scrive Oliver Meiler, ricordando che “mentre Spagna, Francia e Gran Bretagna combattono forse contro una seconda ondata, in questa fase finale dell’estate il numero delle nuove infezioni registrate quotidianamente in Italia resta sotto controllo”.
“Se la curva risale un poco, finora non lo fa in modo esponenziale”, prosegue. “In media si contano ogni giorno 1500 nuovi casi, su centomila test effettuati. L’Italia realizza ora molti più test che in primavera. Il tasso dei positivi tra chi è stato sottoposto a test resta inferiore al 2 per cento. La cifra dei morti da Covid-19 ogni giorno varia tra i 10 ed i 20. Nei reparti di terapia intensiva sono attualmente ricoverati 244 pazienti. Ogni giorno ne arriva qualcuno, ma il sistema sanitario regge”.
“Nessuno in Italia parla di una seconda ondata”. “Non per il momento”, per i virologi e epidemiologi italiani, che tracciano paralleli con altre nazioni. La parola d’ordine resta tuttavia quella per cui “la vigilanza e la disciplina degli italiani non devono diminuire, per l’amor del cielo. Sono probabilmente la ragione più importante dei dati abbastanza positivi del paese e del fatto che abbia potuto riportare ad una certa normalità la vita di tutti i giorni”.
“Agli italiani – osserva il giornalista – non è necessario rispiegare continuamente che questa pandemia è una piaga drammatica, che ora è chiaramente importante rinunciare per un po’ ad alcune piacevoli abitudini, indossare le mascherine, non abbracciarsi, mantenere le distanze. Per quanto doloroso possa essere. E’ qualcosa che si vede tutti i giorni, nei negozi, nei ristoranti, negli uffici postali, sui tram e sugli autobus. I riflessi sono acquisiti. Ovunque si trovano gel disinfettanti, che vengono usati, quasi tutti indossano le mascherine, non appena i marciapiedi si riempiono. Manifestazioni dei detrattori delle misure restrittive? Del tutto marginali. Dal momento che si è visto troppo. Troppo dolore”.
L’articolo prosegue ricordando come il nostro paese sia stato duramente colpito dalla pandemia, prima degli altri paesi europei, parla dei traumi che certe immagini hanno lasciato. “Quando il governo italiano ha deciso il confinamento, quasi nessuno si è chiesto se questo fosse giusto o se potenzialmente si rischiasse di limitare i diritti fondamentali. Era giusto e basta. I diritti sono importanti, la sopravvivenza lo era di più. E gli italiani sono coscienziosi in materia salute. Loro direbbero: fifoni”, aggiunge non mancando di citare brevemente l’episodio che ha visto il premier britannico fare delle osservazioni sulla risposta al Covid-19 nel nostro paese, con tanto di risposta del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“L’accettazione dei duri decreti dell’ufficio del premier Conte è stata sempre ampia, quasi corale” ricorda il quotidiano. “Dopo il lungo lockdown il governo italiano ha ora riaperto passo dopo passo, con indicazioni dettagliate per la nuova convivenza, e questo vale come ulteriore spiegazione degli sviluppi comparabilmente rassicuranti. Si è avuto tempo, lo si è utilizzato. Ora non appena si palesa una fonte di infezione lo stato reagisce velocemente”, prosegue, ricordando ad esempio come dopo le infezioni causate dai raduni nei locali notturni in Sardegna, il governo abbia chiuso tutte le discoteche e i locali.
“Circoscrivere le infezioni è un concetto chiave”, spiega ancora il giornalista citando il microbiologo Andrea Crisanti e illustrando i test “a cerchi concentrici”, effettuati su parenti e amici che la persona risultata positiva ha incontrato e su parenti e amici di questi ultimi.
“I timori non si sono certo dileguati ma se nelle prossime tre settimane i numeri non aumenteranno a dismisura, oltre i 5mila, questo significherebbe che l’Italia ha gestito bene anche l’apertura delle scuole e la ripresa del pieno funzionamento delle imprese. Allora – conclude – l’attuale ‘modello Italia’ potrebbe avere ciò che serve per trasformarsi in un caso esemplare permanente”.

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