"Iman Sabbah non è una giornalista professionista": polemiche in Rai ed un esposto
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"Iman Sabbah non è una giornalista professionista": polemiche in Rai ed un esposto

Bloccata la nomina a vice-direttore di Rai Parlamento perché non risulta in regola con l'iscrizione all'Albo, ma solo in un elenco speciale di giornalisti stranieri.

Iman Sabbah, corrispondente della Rai da Parigi
Iman Sabbah, corrispondente della Rai da Parigi
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9 Febbraio 2019 - 10.09


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Il caso è servito. Mentre la Rai canta a Sanremo, a viale Mazzini si balla per il caso dell’attuale corrispondente da Parigi designata alla vice direzione di Rai Parlamento.
Nomina sospesa.
Nei giorni scorsi è venuto fuori quello che a Saxa Rubra dicono essere il segreto di Pulcinella: Iman Sabbah non è giornalista professionista e, come richiede la legge e le norme che regolano la professione giornalistica e le assunzioni nel servizio pubblico, non potrebbe stare lì dov’è e dove è stata fino ad ora.
Risulta iscritta soltanto in un elenco speciale dei giornalisti stranieri, in realtà destinato a chi giornalista comunque è in un Paese straniero e per il giornale di provenienza è impegnato in Italia.
E questo, comunque, non basterebbe mai per lavorare in Rai, scavalcando praticantato, esame professionale, iscrizione tra i Professionisti e regole di accesso al lavoro in Rai, concorsi e selezioni.
Niente di tutto questo nel caso che fa discutere in Rai e che preoccupa i vertici e diversi uffici di viale Mazzini. Sapevano e non hanno visto? Sapevano ed hanno fatto finta di non sapere invitati a farlo?
Il caso ha varcato i cancelli di Saxa Rubra e di viale Mazzini, ed è approdato in Parlamento, in Commissione Vigilanza e con un esposto anche sul tavolo di un magistrato.
A Viale Mazzini dicono che la Rai ce l’ha messa tutta per “silenziare” la cosa, c’è riuscita solo in parte, grazie anche al caso Maglie, la giornalista made in Usa che dovrebbe tornare in Rai per curare una striscia a ridosso del Tg1.
Alla Maglie il sindacato dei giornalisti Rai ha rimproverato di non essere in regola con l’iscrizione all’Albo al quale pure è appartenuta. A tanti, il caso Maglie è sembrato fatto apposta per distrarre l’attenzione da un caso vero che chiama in causa i passati vertici Rai,  (Orfeo direttore generale ultimo nell’ordine, con la Maggioni alla presidenza ), lo stesso Ordine, il sindacato ed anche l’Inpgi, l’istituto di previdenza.
A Saxa si chiedono: la Rai ha versato contributi per i non giornalisti? Se lo ha fatto perché
mai? E come mai l’Istituto ha incassato contributi “anomali”? Dall’esposto e da altri documenti vien fuori che il caso non è isolato. Si parla di tre, quattro casi. eredità di vecchie gestioni, di passate direzioni, di pasticci e pezze messe male. Per capirne di più un documento:
Il comitato per l’informazione pubblica
Il Comitato per l’Informazione Pubblica, fondato da oltre 100 giornalisti professionisti risultati idonei alla selezione pubblica fatta dalla Rai nel 2015 per nuove assunzioni, chiede alla Rai il licenziamento di Iman Sabbah e ha inviato una diffida legale alla Rai affinché chiarisca il caso. Il Comitato “passa in rassegna la sequenza di incarichi, mansioni e ruoli di prestigio – si legge in una nota – che in questi anni la Rai ha attribuito a Iman Sabbah e sottolinea la necessità di valutare ipotesi di reato sull’eventualità che ci sia stato addirittura un esercizio abusivo della professione da parte di Iman Sabbah”. Il Comitato ricorda la recente proposta “per la nomina a vicedirettore della Testata Rai Parlamento” di Iman Sabbah “senza essere iscritta all’Albo dei giornalisti professionisti, ma semplicemente all’elenco speciale dei giornalisti stranieri.
Un fatto grave – scrive il Comitato nella nota – poiché l’iscrizione all’ordine dei giornalisti professionisti è requisito imposto dalla legge, senza deroga alcuna, la cui mancanza non può assolutamente essere superata dall’iscrizione all’elenco speciale dei giornalisti stranieri, riservato a giornalisti stranieri che esercitano la professione in testate estere e non in quelle nazionali.
Iman Sabbah, inoltre, risulta anche essere cittadina italiana”.
La diffida legale, firmata dall’avvocato Vincenzo Iacovino, è rivolta e notificata, in forma di esposto, all’Anac, alla Corte dei Conti, al Ministero della Giustizia, agli organi sindacali dei giornalisti (FNSI e Associazione Stampa Romana) e all’Ordine dei giornalisti nazionale e regionale, ed è stata notificata ai vertici Rai e alla Commissione parlamentare di vigilanza Rai. “A ciascuno, secondo le rispettive competenze, si chiede di accertare responsabilità ed eventuali illeciti commessi e di esercitare le azioni necessarie per il ripristino della legalità. Alla Rai si chiede il licenziamento di Iman Sabbah e lo scorrimento della graduatoria dei giornalisti idonei all’assunzione”, conclude la nota.

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