La mangiatoia è luogo di esclusione: quando nacque Gesù nessuno si abbuffò
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La mangiatoia è luogo di esclusione: quando nacque Gesù nessuno si abbuffò

Francesco ha anticipato la messa alle 19.30: il Papa non si cura dei comodi formalismi, che non apprezzano orari che disturbino il rito consumistico. 

Papa Francesco
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

10 Dicembre 2020 - 18.05


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Dunque a causa dell’emergenza-Covid papa Francesco anticiperà la Messa della Notte di Natale nella Basilica di San Pietro, la sera di giovedì 24 dicembre, alle 19.30, due ore prima dell’orario delle 21.30 da lui sempre mantenuto nel pontificato, come d’altronde era abitudine anche negli anni precedenti.

Modificata anche la Benedizione Urbi et Orbi del giorno di Natale alle 12.00, che avverrà nella Basilica e non dalla Loggia Centrale. La decisione del papa rispetta l’essenza, e cioè che la funzione abbia luogo quando è buio, per sottolineare il valore della luce che con il Natale arriva per l’umanità. Non si cura invece dei comodi formalismi, che non apprezzano orari che disturbino il rito consumistico. 

 Nessuno sa il giorno esatto, tantomeno l’ora della nascita di Gesù. Tutti sanno invece che non c’è nulla di sdolcinato nel Natale, nella mangiatoia che è luogo di esclusione, di scarto, non certo espressione da “grande abbuffata”. Nessuno si abbuffò quella sera. Se lo facciamo, se lo abbiamo fatto, se lo faremo, è per simboleggiare la liberazione da quella miseria, da quell’esclusione, che riguarda noi come tutti. Un tutti che riguarda anche chi ha perso il lavoro per colpa del Covid, e che all’improvviso scompare dalle attenzioni. Non certo da quelle di Jorge Mario Bergoglio, consapevole di cosa potrebbe significare una terza ondata per tanti. Se è questo che alcuni “neo-devoti” gli rimproverano, beh…hanno ragione. Il Natale in fondo non è la festa dei ricchi, come avrebbe spiegato proprio Gesù, il festeggiato. Non a caso in Matteo, 25 si racconta che disse: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.  Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?  Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?  E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?  Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;  ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.  Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?  Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me.  E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”.

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 No, non sembra una festa sdolcinata il Natale del Bambino Gesù. Nè una festa che dovrebbe piegarsi a partigianerie e pregiudiziali ostilità politiche.  

E’ il caso americano, per fare un esempio non tanto distante, in cui alcuni sostengono che un documento pontificio di anni fa obbligherebbe a non consentire l’accesso alla comunione al cattolico Biden poiché favorevole alla legislazione sull’aborto. Ora accade che quel “documento pontificio” non sia un documento pontificio. Ma una scaletta di lavoro per la discussione proprio su questo tema, elaborato dalla Congregazione per la dottrina della Fede in previsione della visita ad limina dei vescovi americani in Vaticano (ad un tempo in cui, nel 2004, il tema si pose al riguardo di un altro candidato cattolico alla Casa Bianca, John Kerry, anche lui espressosi in favore di quella  legislazione).  Quando nel 2004 la Conferenza Episcopale Statunitense discusse la questione affidò la redazione del testo finale a tre vescovi, tra i quali proprio il vescovo,  oggi emerito, che più insiste sul no a Biden. 

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Ma in quel testo si legge: “È stata sollevata la questione se la negazione della Santa Comunione ad alcuni cattolici nella vita politica sia necessaria a causa del loro sostegno pubblico all’aborto su richiesta. Data l’ampia gamma di circostanze implicate per giungere a un giudizio prudenziale su una questione di questa gravità, riconosciamo che tali decisioni spetta al singolo vescovo in accordo con i principi canonici e pastorali stabiliti. I vescovi possono legittimamente esprimere giudizi diversi sulla via più prudente dell’azione pastorale. Tuttavia, condividiamo tutti un impegno inequivocabile per proteggere la vita e la dignità umana e per predicare il Vangelo in tempi difficili”. Per chi avesse bisogno di certezze il testo si trova a: questo indirizzo sul web. 

Ora, siccome il vescovo di Washington ha già chiarito che lui la comunione a Biden la darà, perché continuare a sollevare la questione? Perché i fedeli ne sarebbero scandalizzati mentre si impegnano a rimanere fedeli alla dottrina. Ma convince la risposta di Michael Sean Winters sul National Catholic Reporter: “Forse metà della chiesa è scandalizzata da questo, ma l’altra metà è stata scandalizzata dall’incapacità dei vescovi di affrontare i molti, molti fallimenti morali dell’amministrazione Trump con il tipo di linguaggio energico che usano abitualmente contro i democratici. E dovremmo essere tutti scandalizzati da una conferenza episcopale che è diventata così divisa che il loro capo, papa Francesco, ha dovuto dire loro di prendersi un po’ di tempo, distanziarsi un po’ dalle loro riunioni  e andare a pregare insieme”. Come dargli torto? 

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