Da Carla Bruni a Elio, le pagelle di Sanremo
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Da Carla Bruni a Elio, le pagelle di Sanremo

Promossi e bocciati in ordine di apparizione della seconda serata, di un Festival pieno di chiacchiere e sbadigli col contorno delle canzoni. [Francesco Troncarelli]

Da Carla Bruni a Elio, le pagelle di Sanremo
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Francesco Troncarelli Modifica articolo

14 Febbraio 2013 - 11.20


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di Francesco Troncarelli 8+ a Beppe Fiorello

Camaleontico, istrionico, replicante vero, Fiorellino diventa Domenico Modugno, il Mimmo nazionale eroe dei Sanremo storici che entusiasmavano la gente e ci regala un “Vecchio frack” e un “Tu si ‘na cosa grande” da grande artista. Bene, bravo, bis! E’ lui “Formidable”, altro che Crozza.

5 a Fabio Fazio

Bacchettato in diretta da Malika perché sbaglia la pronuncia del suo cognome, il bravo presentatore si riprende autopromuovendosi come l’oste fa col suo vino, sparando un “oh come sono belle le canzoni di questo Festival!” che suscita ilarità nella rete, poi si supera confezionando un’intervista alla signora Sarkozy, icona dei radical chic, della serie “In ginocchio da te”. Avete presente Barbara D’Urso con Berlusconi?

8 e mezzo a Luciana Littizzetto

Se non ci fosse bisognerebbe inventarla. E soprattutto ci sarebbe una dormita generale al cui confronto i programmi dell’accesso diventerebbero le follie di Broadway. Spigliata, lingua lunga, ironica con sé stessa prima che con gli altri, è l’ancora di salvezza del chierichetto e del carrozzone messo su da Rai Uno. Lo confermiamo, Sanremo è lei. Tutto il resto è prozac.

8+ a Bar Refaeli

Beh, che dire? Basta guardarla come spiegava quel vecchio film sul varietà. Si commenta da sola. L’ex di Di Caprio porta il glamour all’Ariston e sta al gioco con Lucianina. Dalla tap alla top il passo non è breve, ma con la penuria di farfalle di questa edizione, con lei possiamo andare finalmente al..Bar. Prosit.

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6 e mezzo ai Modà

I Pooh del terzo millennio sono tra i favoriti con il loro pop commerciale e melò, molto sanremese. Il loro frontman, Kekko, un po’ Massimo Ceccherini un po’ Topo Gigio è un leader vero e ha dalla sua il popolo dei social. Gli basterà per vincere?

6+ a Simone Cristicchi

Ogni riccio è un capriccio ma non per cantare. Il capelluto artista romano snocciola una filastrocca facile facile che diventerà un tormentone come Giletti in prima fila. Poi mescola Pasolini e Pertini in un brano surreale come lui. Del resto lui da sempre vende sogni e non solide realtà. Mica come Roberto Carlino.

4 a Carla Bruni

Dice che Carlà con l’accento sulla “a” è al suo quarto disco, come il neomelodico Gigione. La notizia non interessa a nessuno perché lei se le sona e se le canta da sola. Algida, legnosa, inespressiva, con aggravante di proporsi in versione esistenzialista ma con la grana in saccoccia, più che premiere (dame), sembra il due di coppe. Torna a casa Bruni.

8 a Malika Ayane
Ha cambiato il look (biondo Platinette), ma la voce è sempre la stessa. Sensuale, delicata, flessibile. Ispira atmosfere esotiche e suscita sensazioni magiche. Sicuramente una interprete da premiare. Ed il pubblico lo farà certamente.

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5 a Neri Marcorè

E’ un gran furbone. Vista come è andata la sera prima al suo compagno di merende (er crozza), la butta sull’imitazione tout court. Gasparri? Ma de che, namo sul sicuro e dormimo tranquilli, ecco a voi Alberto Angela. Ma è di una mosceria unica. Peccato.

6 e mezzo agli Almanegretta

Performance molto “scenografica” da vecchie volpi del palco, ma la voce più che roca è afona, e il “Mamma non lo sa” per la ordinary people diventa il “Mamma mia che impressione” del Sordi compagnuccio della parrocchietta. Comunque molto forti.

5+ a Filippa Lagerback

E’ svedese ma non si accende come gli omonimi cerini perché è essenziale come un mobile dell’Ikea. Nel salotto del bravo presentatore di Rai Tre gli fanno dire solo due parole, qui raddoppia. Ha fatto carriera insomma. Ma c’ha messo anni.

6 a Max Gazzè

E’ al suo quarto Sanremo, ma nonostante sia uno in gamba, passerà inosservato come è stato per gli altri. Ma lui ne è consapevole, tanto che fa finta di suonare il basso che porta a tracolla. Passa il turno con la canzone “Sotto casa”, forse una premonizione. Lo aspetteranno per dirgliene quattro.

6- a Annalisa
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Pupilla di Nostra Signora della Televisione Maria De Filippi, ha i fans di “Amici” che la spingono col televoto. Meno male che c’è la Giuria di qualità. Come la sua canzone che è passata, ha comunque fatto “Scintille”.

5- a Carlo Crecco-Masterchef

Come Gigi Marzullo. Inutile.

9 a Asaf Avidan

Standing ovation. Non a caso non era in gara. E ho detto tutto.

8 e mezzo a Elio e le Storie tese

A volte ritornano. E meno male. Immarcescibili, imbattibili, incredibili, Italia sì Italia no, se famo n’artra volta du’ spaghi, “Dannati for ever” anche se “Mononota”. Grandissimi.

7+ a Beppe Vessicchio

Dai tempi di Nunzio Filogamo (Sanremo 1951) lui c’è a dirigere l’orchestra. Lo tengono surgelato tutto l’anno e poi lo sbrinano per la kermesse. Pensare che ai tempi del Lombardo Veneto ha fatto il sosia di Verdi per risparmiare il maestro dalle grinfie degli sgherri di Francesco Giuseppe. E’ l’Andreotti del festival, ma a lui vogliono bene tutti. Pure noi.

4 a Roberto Giacobbo

Lui che ha un curriculum importante (portaborse di Frate Indovino, prima comunione co’ Nostradamus, a nuoto con l’Esorciccio), perde l’occasione della vita, ossia svelare il mistero dello sbarco dei Marta sui tubi a Sanremo. E’ proprio vero, non ci sono più i Maya di una volta.

6+ a Renzo Rubino, il Cile, Irene Ghiotti, i Blastema di Sanremo giovani

Saranno famosi?

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