Golpe di Pinochet e assassinio di Allende: gli Usa declassificano altri documenti segreti
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Golpe di Pinochet e assassinio di Allende: gli Usa declassificano altri documenti segreti

Il coinvolgimento di Richard Nixon e di Henry Kissinger, nel piano per mettere fine all'esperienza socialista di Unidad Popular è da molto tempo più di un semplice sospetto, ed è stata confermata da precedente materiale uscito dagli archivi statunitensi.

Golpe di Pinochet e assassinio di Allende: gli Usa declassificano altri documenti segreti
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30 Novembre 2023 - 09.38


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Cercando di contribuire a cicatrizzare una ferita che dopo mezzo secolo appare ancora aperta, gli Stati Uniti hanno deciso di declassificare e pubblicare nuovi documenti risalenti alla vigilia del golpe in Cile dell’11 settembre 1973, orchestrato dal generale Augusto Pinochet contro il presidente Salvador Allende.

Il coinvolgimento dell’allora ospite della Casa Bianca, Richard Nixon, e del Segretario di Stato, Henry Kissinger, nel piano per mettere fine all’esperienza socialista di Unidad Popular è da molto tempo più di un semplice sospetto, ed è stata confermata da precedente materiale uscito dagli archivi statunitensi.

E al riguardo resta celebre una frase pronunciata da Kissinger durante una riunione del 27 giugno 1970 in cui si esaminavano interventi segreti statunitensi in Cile: «Non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare, mentre un Paese diventa comunista a causa dell’irresponsabilità del suo popolo. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati decidere da soli».

Anche altri documenti declassificati durante la presidenza di Bill Clinton (1993-2001) hanno ampiamente provato come Washington e la Cia tentarono di rovesciare Allende, appunto dall’inizio degli anni ’70. Per quanto riguarda il nuovo materiale, si tratta di parti di due rapporti quotidiani nel capitolo della «diplomazia mondiale», preparati per Nixon fra l’8 e l”11 settembre 1973.

Citando un portavoce della Casa Bianca, l’ambasciata statunitense a Santiago ha sottolineato che «insieme a migliaia di documenti precedentemente declassificati», questo nuovo gesto «dimostra l’impegno duraturo nei confronti del partenariato Usa-Cile, che è coerente con i nostri sforzi per promuovere la democrazia e i diritti umani nei due Paesi e nel mondo».

«La declassificazione dei documenti – si dice poi – è un processo complesso e multi-agenzia in cui il governo degli Stati Uniti tiene conto di numerosi fattori, tra cui la sicurezza nazionale, la protezione della fonte, ed eventuali rischi e benefici derivanti dalla divulgazione di informazioni specifiche».

Da parte sua la viceministra degli Esteri del Cile, Gloria de la Fuente, ha ringraziato l’amministrazione Biden: «Questa declassificazione dei dossier promuove la ricerca della verità e rafforza l’impegno dei nostri Paesi verso i valori democratici, perché la democrazia è memoria ed è anche futuro».

Analizzati dal portale di notizie El Mostrador, i nuovi documenti non sembrano apportare grandi elementi di novità in quanto da essi, perfino nel secondo rapporto per la Casa Bianca apparentemente redatto la mattina dell’11 settembre, non emerge in maniera netta la decisione di realizzare il colpo di stato ai danni di Allende. E si insiste sul ruolo promotore della rottura democratica da parte della Marina cilena. Quella forza, si assicurava, «sta ottenendo consensi nell’aviazione e nella polizia nazionale»: Ma non si trova, almeno nelle parti non censurate, alcun riferimento all’esercito e al suo comandante in capo, Augusto Pinochet

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