Guerra senza confini: quando l'aggredito si trasforma in "piromane"
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Guerra senza confini: quando l'aggredito si trasforma in "piromane"

Non si tratta di essere filo-Putin. Cosa che Globalist non è mai stato. Ma di non farsi trascinare nella fake propaganda che tanto attrae la stampa

Guerra senza confini: quando l'aggredito si trasforma in "piromane"
Il presidente ucraino Zelensky
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

16 Novembre 2022 - 17.43


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L’aggredito non può trasformarsi in piromane che rischia di far esplodere la polveriera nucleare. Perché di questo si tratta con la ricostruzione fatta da Kiev e dal presidente Zelensky dei missili che hanno colpito il territorio polacco. 

Una escalation pericolosa

Non si tratta di essere filo-Putin. Cosa che Globalist non è mai stato. Ma di non farsi trascinare nella fake propaganda che tanto attrae la stampa mainstream. Lasciamo la ricostruzione di ciò che è avvenuto a uno dei più seri, preparati, indipendenti analisti militari italiani: Pietro Batacchi, direttore di Rid (Rivista italiana difesa).

“Tra ieri e oggi – scrive Batacchi –  la Guerra in Ucraina si è avvitata in una nuova, pericolosa, spirale di escalation. Prima il massiccio attacco con droni e missili russi contro l’infrastruttura elettrica ucraina – con oltre 30 obbiettivi colpiti, secondo quanto comunicato dal Ministero degli Interni ucraino, ed una novantina di missili lanciati – poi l’incidente accaduto nel villaggio polacco di confine di Przewodów (a 6 km dal confine con l’Ucraina) con la morte di 2 cittadini. Un incidente potenzialmente gravissimo, subito dopo il quale è cominciata a circolare l’ipotesi che l’accaduto fosse da attribuire ad un missile russo, ipotesi immediatamente accreditata e rafforzata dagli Ucraini, e in misura minore dia Polacchi, che hanno iniziato a riscaldare ulteriormente una situazione già incandescente. Poi, le prime immagini, che hanno mostrato rottami di un missile antiaereo S-300, le dichiarazioni di segno de-escalatorio del Presidente Biden e le prime indiscrezioni, sempre di fonte americana, secondo il quale l’incidente sarebbe da attribuire “semplicemente” a missili antiaerei di Kiev ricaduti in territorio polacco, presumibilmente per via di un malfunzionamento e/o di cause al momento non specificate. Una distonia evidente rispetto alla narrazione di Kiev che, ancora stanotte, prima con un video di Zelensky, in cui il Presidente ha parlato di attacco alla NATO ed alla sicurezza collettiva, e poi con un tweet del Ministro degli Esteri Kuleba, secondo il quale l’ipotesi del missile antiaereo è da ritenere la solita propaganda/teoria della cospirazione russa da respingere come non vera, ha puntato direttamente il dito contro Mosca premendo allo stesso tempo sulla NATO.

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Un modo per ottenere nuovi aiuti e ricevere ancora di più vista l’escalation impressa al corso della guerra da parte di Mosca, con una concreta minaccia ai Paesi vicini. Insomma, la guerra senza limiti si combatte con l’informazione e la sua manipolazione, e con la creazione e veicolazione di narrazioni e contro-narrazioni; stanotte ne abbiamo avuto di nuovo un esempio di scuola. Per quanto riguarda l’episodio specifico, la Polonia a breve dovrebbe invocare l’Art.4 del Trattato Atlantico, che afferma: “Le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata”. In ogni caso, in questi minuti si sta tenendo una riunione straordinaria del Consiglio Atlantico a livello di ambasciatori Vedremo quello che succederà, ma la sensazione è che la questione possa chiudersi qui e che magari Kiev possa ottenere nuovi sistemi antiaerei dall’Occidente, a cominciare dal SAMP/T italo-francese”.

Varsavia corregge il tiro

Nel 266° giorno di guerra, due missili sono caduti su Przewodow, 

un paese polacco al confine con l’Ucraina, uccidendo due persone. A chiarire quanto è accaduto è la Nato: «Gli esiti preliminari delle indagini dicono che l’incidente è stato provocato da un missile di difesa anti-aerea ucraino» e «non risultano indicazioni che si sia trattato di un attacco deliberato in Polonia», ha dichiarato il segretario generale Jens Stoltenberg, sottolineando che la Russia è comunque responsabile dell’«incidente» perché «è avvenuto a causa della guerra che ha scatenato». Nel corso della riunione del Consiglio Atlantico, il segretario ha aggiunto che la Nato «farà quanto necessario per difendere i suoi alleati» ma «non è parte del conflitto». Varsavia ha prima messo l’esercito in stato d’allerta, poi il presidente polacco, Andrzej Duda, ha dichiarato che «non abbiamo prove circostanziali che ci permettano di concludere che si è trattato di un attacco alla Polonia». Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha da subito imboccato la strada della prudenza: «Improbabile che i missili siano partiti dalla Russia», ha detto ai partner del G7 e della Nato, aggiungendo che all’origine della deflagrazione ci sarebbe invece un missile della difesa aerea ucraina. Kiev usa ogni occasione per accusare la Russia e cercare di consolidare l’Occidente. Lo sottolinea il ministero degli Esteri di Mosca, citato dalla Tass, in merito al missile caduto in Polonia, aggiungendo che la reazione di alcuni Paesi della Nato sull’accaduto è stata «oltraggiosa».

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«Nessuno vuole chiedere scusa per la reazione isterica anti-russa, come è consuetudine in una società dignitosa?». Lo scrive l’ambasciata russa a Roma su Facebook postando le foto di alcuni quotidiani italiani di oggi che riportano la notizia del missile caduto in Polonia.

Ma Kiev non arretra. L’Ucraina chiede «accesso immediato» al luogo colpito da un missile nell’Est della Polonia orientale. Lo ha riferito un alto funzionario della difesa, Oleksiy Danilov, citato dal Guardian. Danilov, segretario del consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale, ha chiesto una «indagine congiunta». Kiev, ha spiegato, si aspetta che i suoi alleati condividano le informazioni alla base delle loro conclusioni secondo cui l’incidente potrebbe essere stato causato dalle difese aeree dell’Ucraina. L’agenzia Reuters ha riportato che il presidente polacco Andrzej Duda ha detto che sia la Polonia che gli Stati Uniti dovrebbero essere d’accordo prima che l’Ucraina possa prendere parte alle indagini sull’attacco missilistico a Przewodów, una mossa che Kiev  sta chiedendo.

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I funzionari della Difesa russa identificano i frammenti di missile caduto in Polonia come appartenenti al sistema S-300 dell’Ucraina. Lo riporta la Tass. Secondo Mosca, il missile che più si è avvicinato al territorio di Varsavia è caduto a 35 chilometri dalla frontiera polacca, e le distruzioni nelle aree residenziali di Kiev “sono state causate da missili terra-aria di sistemi di difesa aerea ucraini e stranieri”.

Ma per l’intera notte di ieri e anche stamattina la tesi di Kiev era ben altra. 

Lancio delle agenzie stampa alle 9:00. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ritiene che il missile caduto in Polonia «non sia altro che un messaggio della Russia al vertice del G20». Lo ha detto parlando in collegamento video davanti ai leader del gruppo riuniti a Bali. C’è «uno Stato terrorista tra di voi, dal quale dobbiamo difenderci» ha aggiunto. 

Ma difendersi facendo il piromane porta il mondo nel baratro nucleare. Quel missile è partito da Kiev, rivela la Cnn. Ma questo Zelensky non lo dice.

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