Si cerca con fatica un cessate il fuoco stabile, anche se a Tel Aviv potrebbe a breve cambiare il governo.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ricevuto presso la sua residenza ufficiale a Gerusalemme una delegazione egiziana guidata dal capo dell’intelligence, Abbas Kemal.
Lo ha riferito una nota dell’ufficio di Netanyahu, mentre oggi il capo della diplomazia israeliana, Gabi Ashkenazi, è volato al Cairo per colloqui su consolidamento del cessate il fuoco a Gaza.
Stando alla nota, Netanyahu e Kemal hanno discusso di “questioni regionali” e hanno salutato “lo sforzo congiunto dei loro Paesi su varie questioni di sicurezza e diplomatiche”. Netanyahu ha ribadito la richiesta che Hamas restituisca a Israele due prigionieri tenuti in ostaggio e i corpi di due soldati uccisi nella guerra a Gaza del 2014.
Il primo ministro israeliano ha anche evidenziato la necessità di stabilire “meccanismi e processi per prevenire il rafforzamento di Hamas, impedendogli di essere aiutato dalle risorse che verranno stanziate in futuro per la popolazione civile”.
C’è da dire che l’Egitto, paese nel quale Al-Sisi ha dichiarato fuorilegge i Fratelli Musulmanim non guarda con simpatia al movimento islamista palestinese che è legato alla fratellanza.
Il capo dell’intelligenze egiziana ha poi incontrato a Ramallah il capo dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen.