Storia di Francesco Cascio, il siciliano convertito all'islam morto combattendo con l'Isis
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Storia di Francesco Cascio, il siciliano convertito all'islam morto combattendo con l'Isis

Ventisette anni, madre insegnante, padre impiegato in Prefettura: i genitori non avevano più notizie di lui dal settembre 2016

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24 Giugno 2017 - 17.18


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L’ultimo contatto con la famiglia in Sicilia risale al settembre 2016. “Da allora più nulla. In quella data i genitori di Francesco Cascio hanno denunciato la scomparsa del figlio che sarebbe morto il 26 dicembre in Siria, durante un’irruzione in un campo di addestramento.
Foreign fighter lui, foreign fighter la moglie ventiseienne Lara Bombonati, arrestata due giorni addietro su richiesta della procura distrettuale di Torino”.
La Repubblica di Palermo ricostruisce così storia e profilo di Francesco Cascio. “Ventisette anni, madre insegnante, padre impiegato in Prefettura. Cascio, nato a Erice e recentemente in cura psichiatrica, aveva passato quasi tutta la sua giovanissima vita a Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani, prima di incontrare a Tortona (Alessandria) la donna che sarebbe diventata sua moglie. Era andato in Piemonte – ricostruisce Repubblica di Palermo – per cercare lavoro e, alla fine, aveva trovato l’amore: con Lara, originaria di Garbagna, piccolo borgo in provincia di Alessandria, si erano sposati l’anno scorso con rito civile. Lei si era convertita all’Islam qualche anno fa prendendo il nome di “Khadija”. Tra giugno e ottobre 2014, la coppia aveva raggiunto la Turchia, trasferendosi prima a Istanbul, poi in Siria. Nell’Isis, lui aveva incarichi di combattimento. Lei forniva assistenza logistica, sanitaria e psicologica. A spingere Cascio a imbracciare il fucile – ricostruisce Repubblica – sarebbe stata proprio la moglie, che al suo rifiuto di andare a sparare gli avrebbe intimato di “fare il proprio dovere”. Lara “Khadija” Bombonati era stata fermata a gennaio al confine tra la Turchia e la Siria dai militari dell’esercito turco, che pattugliano la zona cuscinetto tra lo Stato Islamico e il territorio controllato dai curdi.
Arrestata, è rimasta in cella in Turchia finché non è stata espulsa e segnalata alle autorità italiane. La Digos di Alessandria e di Torino non l’hanno persa di vista un attimo per ricostruire la sua rete in Piemonte ed eventuali legami con cellule terroristiche. A tradirla l’utilizzo di chat come Telegram, Whatsapp e Facebook, che hanno aiutato le forze dell’ordine a seguire ogni suo spostamento. Sulla morte di Cascio è ancora giallo: le indagini stanno cercando di fare luce sulla dinamica.
I vicini di casa, a Castellammare – secondo le testimonianze raccolte da Repubblica nella città di mare del trapanese – non avevano idea che il giovane fosse morto in Siria, non si avevano più notizie di lui da almeno un anno. Come detto, nel 2016, i genitori di Francesco avevano fatto denuncia di scomparsa. A rivelare la morte di Cascio sarebbe stata proprio Lara, nel corso di una telefonata, intercettata.

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