La storia di Jihadi Sid, il tifoso dell'Arsenal diventato boia dell'Isis
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La storia di Jihadi Sid, il tifoso dell'Arsenal diventato boia dell'Isis

Un ragazzo mite, amante degli animali. Fino alla conversione all'islam che lo ha fatto diventare un assassino. Mentre i servizi segreti...

Siddhartha Dhar
Siddhartha Dhar
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13 Gennaio 2016 - 12.08


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In questa vecchia foto in bianco e nero è il ragazzino con la camicetta bianca particolarmente mite e rispettoso, tant’è che in famiglia lo consideravano come un simpatico orsetto. Siddhartha Dhar era un grandissimo tifoso di calcio, grande supporter dell’Arsenal e aveva la passione del gel, tanto da non uscire di casa se i suoi capelli non erano impomatati. Era un fan della band dei Nirvana e dei Linkin Park.

Da sempre Sid amava gli animali e a casa aveva una tartaruga, un coniglio e un criceto. Infatti la sua aspirazione era quella di fare il veterinario. Ambizione messa da parte dopo la morte del padre quando Sid cominciò a fare dei piccoli lavoretti.

Come si vede una vita normalissima, che non lasciava presagire nulla di quanto sarebbe accaduto. Poi su Siddhartha Dhar cominciò ad avere presa un amico di infanzia, musulmano che man mano era diventato sempre più stretto sino a quando, rotti i ponti con il suo vecchio giro di amicizia nel 2006, Sid si è convertito all’Islam e si è sposato tramite un matrimonio combinato proprio dal suo amico. Man mano Siddhartha Dhar ha cominciato il suo percorso di radicalizzazione fino a quando, a partire dal 2010, è diventato un personaggio pubblico, partecipando a tante iniziative dei fondamentalisti islamici, fino a difendere pubblicamente le azioni dell’Isis in Siria e Iraq.

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In quel periodo c’è stato il fallimento della sicurezza britannica. Da un lato come era già accaduto per Jihadi John, -i servizi segreti di Sua Maestà britannica-, in particolare MI5, hanno cercato di reclutarlo per trasformalo in un agente doppio, ma evidentemente senza successo. Nonostante i guai giudiziari, i fermi, il rilascio su cauzione, Sid era riuscito a lasciare la Gran Bretagna, per la Siria nel settembre 2014, mentre la polizia gli aveva mandato una cortese lettera per ricordargli di restituire il passaporto. Peccato che in quel momento fosse già fuggito da diverse settimane.

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