Lucio Battisti finì nel 1976 nel mirino della Cia: i servizi segreti americani infatti indagarono sull’allora cantautore più popolare d’Italia per la sua decisione di andare a vivere stabilmente a Los Angeles. Alcuni membri dell’Ambasciata statunitense convocarono segretamente Franco Migliacci – autore con Domenico Modugno di “Volare” – per chiedergli garanzie da scrivere nero su bianco proprio su Battisti, prima di rilasciare il visto al cantante.
A dare informazioni sul soggiorno americano di Lucio Battisti un amico dell’artista: inoltre la Cia lo spiò in tutti i suoi spostamenti, registrando segretamente tutte le sue conversazioni telefoniche. Erano i tempi della guerra fredda e gli Stati Uniti sospettavano di tutto e tutti.
Questa fu una delle tante storie finite negli anni passati al centro di “La Musica Spiata”, un clico di appuntamenti e approfondimenti sul tema “Rock, Diplomazia Sonora, Intelligence nell’Italia della guerra fredda culturale”, organizzati dall’unità di ricerca Music Making History all’ Università di Roma La Sapienza