Allarme inquinamento: ogni giorno il fiume Po trasporta 11 tonnellate di microplastiche nellʼAdriatico
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Allarme inquinamento: ogni giorno il fiume Po trasporta 11 tonnellate di microplastiche nellʼAdriatico

La ricerca un "Un Po di plastica" ha campionato per la prima volta i rifiuti trascinati dal corso dʼacqua

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15 Agosto 2019 - 11.02


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Ogni anno, una persona produce circa 460 chili di rifiuti, l’equivalente del peso di un orso polare. Il fiume Po, quella stessa quantità, la riversa sottoforma di microplastiche in una sola ora nel mare Adriatico. E’ il dato che emerge dallo studio “Un Po di plastica” condotto da A.I.C.A. (Associazione internazionale per la comunicazione ambientale) e dall’European Research Institute durante la “Keep Clean and Run”, un’eco maratona che attraverso sette tappe ha contribuito al campionamento dei rifiuti plastici presenti nel fiume più lungo d’Italia.
Partiti a maggio scorso, i maratoneti guidati da Roberto Cavallo, saggista e ideatore di “Keep Clean and Run”, hanno camminato e pedalato per sette giorni lungo il corso del fiume, raccogliendo i rifiuti abbandonati e permettendo un’analisi dettagliata delle acque del Po.  
Dal materiale raccolto è emerso che in un anno il fiume riversa 11 tonnellate di microplastiche nel mare Adriatico. Minuscoli frammenti di plastica di circa 5 millimetri, che stanno avvelenando uno dei principali corsi d’acqua in Italia. “C’è un gran bisogno di cercare di capire quale sia davvero l’entità del problema – chiarisce Roberto Cavallo – per provare a risalire alla cause. Se i dati ci paiono allarmanti, ci dicono anche che ogni piccolo gesto può dare un contributo fondamentale alla soluzione del problema”.  
E’ la prima volta che in Italia si procede al campionamento dei rifiuti trascinati dal Po, poiché fino a oggi le ricerche si sono concentrate sullo studio delle microplastiche nei mari. “La nostra analisi può rappresentare il primo passo di una serie di elaborazioni da realizzare per conoscere con esattezza il grado di inquinamento dei corsi d’acqua – spiega Franco Borgogno, ricercatore dell’European Research Institute (Eri) – E’ un primo spunto, ma non ancora un’analisi completa”.

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