I dati di Ferragosto per Confcommercio: ristoranti pieni al mare, meno 50% del fatturato per le città
Top

I dati di Ferragosto per Confcommercio: ristoranti pieni al mare, meno 50% del fatturato per le città

Mentre sul litorale non si trova un posto al ristorante fino al 24 agosto, le città dʼarte soffrono

Ferragosto
Ferragosto
Preroll

globalist Modifica articolo

16 Agosto 2020 - 10.20


ATF

A Ferragosto le città d’arte, complici la chiusura di uffici e fabbriche e l’assenza dei turisti, hanno fatto registrare un calo dei fatturati tra il 30 e il 50%, mentre sul litorale non si trova un posto al ristorante fino al 24 agosto. I dati di Fipe Confcommercio non lasciano spazio a dubbi: il 70% circa delle attività cittadine ha ritenuto più conveniente chiudere, mentre chi rimane aperto incassa il 50-60% in meno rispetto a un anno fa.

In controtendenza le località di mare, dal Friuli alla Toscana alla costa adriatica, dove le prenotazioni sono in aumento con punte del 50% rispetto al 2019. Boccata d’ossigeno anche per le aree alpine e prealpine, dove il mese d’agosto si sta rivelando meno drammatico rispetto alle previsioni, grazie al turismo di prossimità e ai vicini valichi con la Svizzera e l’Austria: qui fatturati e occupazione registrano l’80% circa rispetto al 2019. 

La lettura dei dati – “I dati positivi delle località balneari sono un’ottima notizia – sottolinea Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe – Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici Esercizi – ma è chiaro che si tratta di un pannicello caldo: due settimane di ripresa non possono compensare 6 mesi drammatici per il settore”.

“Tra l’altro- ha aggiunto – si tratta di un fuoco di paglia, destinato a durare fino al 23 agosto, quando gli italiani rientreranno nelle città. La speranza è che da settembre si comincino a riaprire gli uffici, allentando lo smartworking per dare ossigeno anche alle attività dei centri urbani e in periferia che ora vedono un crollo di fatturati del 50% e di un terzo degli occupati”.

Abbigliamento e moda in sofferenza – A Ferragosto dopo 15 giorni di saldi, in qualche regione anche oltre un mese, si registra un calo complessivo di incassi nei negozi e nelle boutique di circa 1,4 miliardi. I consumi si dovrebbero attestare a 2,1 miliardi contro i 3,5 miliardi dell’anno scorso. In particolare, secondo un sondaggio di Federazione Moda Italia-Confcommercio, il 74% delle imprese intervistate ha registrato un calo delle vendite rispetto ai primi 10 giorni di saldi del 2019. Le vendite sono stabili per il 14% e per un 12% positive.

Il 53% delle aziende che ha risposto ha evidenziato un calo del fatturato entro il 30% rispetto all’anno precedente, ma per la restante parte la perdita è stata superiore, arrivando a toccare un -70/80% nei centri delle grandi città che soffrono di più, a differenza delle periferie, dei centri minori e delle località turistiche che hanno registrato qualche soddisfazione. Gli acquisti hanno riguardato soprattutto t-shirt e polo, abiti donna, bermuda, camicie, calzature donna, pantaloni e sandali.

Da Federmoda Confcommercio fanno sapere che, per ripartire, servono presto  contributi a fondo perduto, bonus per gli acquisti di abbigliamento e calzature, un credito di imposta per la svalutazione dei magazzini, perché sarà difficile, forse impossibile, recuperare la stagione primaverile completamente persa, con molti prodotti che resteranno invenduti.
 

Native

Articoli correlati