Turismo: crisi profonda, perdite per quasi due miliardi
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Turismo: crisi profonda, perdite per quasi due miliardi

I dati sono stati forniti dall'Osservatorio Confesercenti fanno riferimento ai primi quattro mesi del 2014.

Turismo: crisi profonda, perdite per quasi due miliardi
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28 Maggio 2014 - 17.13


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Per le imprese del turismo e del commercio la crisi sembra non avere fine. Nei primi quattro mesi del 2014, secondo i dati dell’Osservatorio Confesercenti, nei due settori hanno cessato l’attività 44.813 imprese: nello stesso periodo, le nuove aperture nel commercio e nel turismo sono state 28.016, per un saldo finale negativo di 16.797 unità. Nei primi 4 mesi le vendite commerciali registrano una perdita di 1,8 miliardi. A crescere – rileva l’Osservatorio – sono solo gli ambulanti.

Entrambi i settori, tra gennaio e aprile, registrano più cessazioni che aperture: nel commercio il saldo di natimortalità delle imprese è -12.016, nel turismo è di -4.781 attività. «Commercio e turismo – spiega Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti – scontano duramente la crisi del mercato interno, tuttora in atto: nei primi 4 mesi del 2014 le vendite commerciali, secondo le nostre stime, sono calate di altri 1,8 miliardi». Il turismo in particolare sembra non riuscire a risollevarsi: da gennaio ad aprile hanno chiuso i battenti 8 alberghi, 40 bar e 44 ristoranti al giorno, sottolinea l’Osservatorio della Confesercenti.

Il comparto alloggio, comprensivo di alberghi ed hotel, ha visto chiudere 972 imprese e solo 389 aperture. Negativo (-1.997) anche il dato dei bar, che da gennaio registrano un saldo negativo di 1.997 imprese. Ancora peggio i ristoranti: nel periodo sale a 5.334 il totale delle cessazioni. Riguarda al commercio, cresce solo quello su area pubblica, l’e-commerce risulta in stallo. In particolare, il commercio sembra essersi ormai avviato verso una fase di destrutturazione, che premia i comparti che presentano meno spese di impresa, evidenzia l’Osservatorio. Cala infatti il dettaglio in sede fissa mentre aumenta il commercio fuori dai negozi: le imprese che vendono attraverso internet mettono a segno un sostanziale equilibrio (+73), mentre il commercio su aree pubbliche cresce di 530 unità. E si conferma come l’unico comparto anti-crisi del commercio. Per i consumi, il bilancio è una debacle: nel 2013 sono stati inferiori di oltre 57,7 miliardi rispetto al 2008. Nonostante la cattiva partenza dei primi 4 mesi, (1,8 miliardi di vendite in meno), la Confesercenti stima per il 2014 «una timida variazione positiva dei consumi, nell’ordine dei 3 miliardi, anche grazie al bonus fiscale ai lavoratori dipendenti».

Tra il 2009 e i primi 4 mesi 2014 il saldo complessivo del commercio al dettaglio è negativo per oltre di natalità/mortalità delle imprese del settore è stato di -92.490 imprese: -12.478 nell’alimentare e -80.012 nel No Food. Particolarmente colpito il settore moda: a fronte di una caduta di oltre 11 miliardi di consumi ha subito, dal 2009 ad aprile di quest’anno, una vera emorragia di chiusure, con un saldo finale in perdita di oltre 26mila unità.

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