25 aprile: supermercati aperti, ma la Cgil indice lo sciopero
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25 aprile: supermercati aperti, ma la Cgil indice lo sciopero

Effetto delle liberalizzazioni. Molti negozi rinunciano alla giornata festiva.

25 aprile: supermercati aperti, ma la Cgil indice lo sciopero
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24 Aprile 2012 - 16.19


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Gli ipermercati Carrefour saranno quasi tutti aperti, fino alle 20,30, quelli Esselunga avranno invece orari differenti. Alcuni fino alle 20, altri, come a Firenze, fino alle 14. Quelli Conad, sempre a Firenze, chiuderanno i battenti alle 13, mentre le Coop resteranno chiuse nel capoluogo fiorentino e a Bologna, ma non in Lombardia, per esempio, dove alcuni punti vendita saranno accessibili fino alle 13.


Regione che vai…

Regione che vai, orario che trovi, e la questione non riguarda solo le sigle della grande distribuzione. E’ un effetto a macchia di leopardo quello provocato dall’entrata in vigore della liberalizzazione degli orari dei negozi, prevista dal decreto Salva Italia.


Niente obbligo di chiusura

Con la deregulation, infatti, cade l’obbligo di chiusura anche per giornate simbolo come il 25 aprile e il 1 maggio. Cosa che non è stata gradita dalle sigle sindacati, specie dalla Cgil, che ha indetto una serie di scioperi unitari in diverse città d’Italia, subito seguita dalle altre due sigle sindacali Cisl e Uil.

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C’è chi dice no

La situazione si presenta in modo diverso a seconda delle città. A Milano, con la mediazione dell’amministrazione di centrosinistra, Confcommercio e Confesercenti si sono dichiarati disposti ad andare incontro ai sindacati e a tenere chiuse le saracinesche. Lo stesso è accaduto a Genova e La Spezia, ma Federdistribuzione, che rappresenta le grandi insegne di super e iper (escluse Coop e Conad) si è in tutti i casi smarcata.
Le regioni coinvolte dallo sciopero, oltre alla Lombardia e al Veneto, sono così Lazio, Abruzzo e in Toscana, oltre alle province emiliane di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.


L’elenco dei negozi aperti, ecco dove

E mentre le grandi insegne della Gdo si comportano ciascuno a suo modo, non è ancora chiaro quale sarà l’adesione alla protesta. Rinunciare a una giornata festiva di lavoro costa a un dipendente una giornata di lavoro maggiorata dal 30 al 50%.

Con questi numeri (e con questa crisi), è molto difficile che domani ci si trovi di fronte a molte saracinesche chiuse.
Per chi deve fare la spesa, intanto, qualche indicazione utile può venire dal sito apertodomenica.com, dove sono segnati gli orari delle principali catene e dei centri commerciali città per città.

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