Polansky, nuovo processo per violenza sessuale: accusato di aver stuprato una minorenne nel 1973
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Polansky, nuovo processo per violenza sessuale: accusato di aver stuprato una minorenne nel 1973

 Roman Polanski andrà a processo a Los Angeles con l'accusa di aver stuprato una minorenne nel 1973, cinque anni prima di aver abusato della tredicenne Samantha Geimer

Polansky, nuovo processo per violenza sessuale: accusato di aver stuprato una minorenne nel 1973
Roman Polansky
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13 Marzo 2024 - 01.19


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 Roman Polanski andrà a processo a Los Angeles con l’accusa di aver stuprato una minorenne nel 1973, cinque anni prima di aver abusato della tredicenne Samantha Geimer. Rispetto a quest’ultimo famigerato caso, il regista polacco si dichiarò colpevole di aver intrattenuto una relazione sessuale con l’accusatrice, ma fuggì dagli Stati Uniti prima della sentenza.

Oggi novantenne e residente in Francia, il cineasta è atteso sul banco degli imputati il 4 agosto del 2025. Quel giorno comincerà alla corte suprema della città californiana la causa civile avviata dopo la denuncia di una donna che all’epoca dei fatti era minorenne e che finora è rimasta anonima.

Jane Doe ha presentato la sua querela l’anno scorso. Ha raccontato che una sera del 1973, dopo averlo conosciuto a una festa, accettò un invito a cena dal regista, piuttosto famoso all’epoca dei fatti, visto che aveva già firmato Repulsion, Rosemary’s baby e stava lavorando a Chinatown. 

Polanski ordinò tequila anche per la ragazza, nonostante sapesse che aveva meno di 21 anni (l’età legale per bere alcol negli Stati Uniti). Dopo la cena, lei si sentì male e lui la portò nella sua villa di Benedict Canyon, dove la giovane perse i sensi. Secondo le carte depositate in tribunale, quando Jane Doe si svegliò sul letto del regista, lui la spogliò e la obbligò ad un rapporto sessuale, anche dopo che lei disse «Per favore, non farlo».

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L’avvocatessa Gloria Allred ha confermato in conferenza stampa che la sua cliente all’epoca non aveva «solo meno di 21 anni, ma meno di 18». «Ha dimostrato un enorme coraggio a intentare una causa contro un famoso regista. Le ci è voluto molto tempo per fare questo passo», ha detto Allred ai giornalisti, aggiungendo che «sebbene l’imputato abbia continuato la sua vita come niente fosse, per lei niente è stato normale dopo».

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