Al via la mostra “Luoghi di memoria. Comunità yezida e spazio sacro”
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Al via la mostra “Luoghi di memoria. Comunità yezida e spazio sacro”

La mostra “Luoghi…

Al via la mostra “Luoghi di memoria. Comunità yezida e spazio sacro”
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Tiziana Buccico Modifica articolo

13 Marzo 2024 - 23.20


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La mostra “Luoghi di memoria. Comunità yezida e spazio sacro” è un appello volto al dialogo con la società civile e alla sensibilizzazione verso il patrimonio culturale di minoranze religiose “a rischio”.  Si inaugura giovedì 14 marzo alle ore 17 presso la Biblioteca Europea di Roma in Via Savoia 13/15. Interverranno all’inaugurazione: Fiorella Virgili (Direttrice Biblioteca Europea), Gianfilippo Terribili (Vicedirettore MAIKI – Missione Archeologica Italiana in Kurdistan Iracheno), Adriano V. Rossi (Presidente ISMEO), Soran Ahmad (Presidente Istituto Kurdo), il curatore della mostra Ghiath Rammo. 

L’intento primario dell’evento è di veicolare con immediatezza i risultati maturati nel corso della ricerca scientifica sul campo e tradurli in un linguaggio espressivo capace di raggiungere un ampio pubblico. Al fine di valorizzare tale aspetto, la mostra sarà ospitata presso gli ambienti della Biblioteca Europea (parte del Sistema delle Biblioteche di Roma), un istituto che rappresenta per la cittadinanza romana un saldo punto di riferimento per studio e interazione multiculturale, fornendo un contributo di sensibilizzazione e valorizzazione della comunità yezida. Il percorso espositivo esplora il profondo vincolo che lega la comunità yezida della Regione Autonoma del Kurdistan in Iraq ai luoghi sacri ancestrali. Il mosaico di volti e paesaggi dispiega la memoria di una tradizione autoctona che ha profonde radici nella storia culturale dell’area, ma che a causa del suo particolarismo religioso è stata oggetto di emarginazione e violenza. Nelle sue diverse declinazioni lo spazio sacro possiede una connotazione del tutto speciale rappresentando il fulcro dell’identità yezida, elemento connettivo tra individuo e territorio, scrigno di continuità devozionale e rituale. L’immersione nei santuari yezidi offre la possibilità di volgere uno sguardo intimo alla cultura e alla vita della comunità contemporanea, trovando quei punti di contatto che caratterizzano universalmente l’esperienza del sacro ed emozioni condivise.

Così con slancio ed emozione commenta il progetto il curatore Ghiath Rammo: “Questa mostra e il relativo catalogo rappresenta forse il frutto a me più caro della tesi di dottorato discussa all’Università di Roma La Sapienza nel 2023, dal titolo “Culti e Tradizioni dello Yezidismo: Spazio sacro e identità religiosa (Sheikhan -Kurdistan iracheno). In tale cornice è necessario sottolineare l’importanza delle attività di ricerca condotte direttamente sul campo nel mese di ottobre 2021, durante una missione di circa tre settimane tra villaggi e luoghi sacri della comunità yezida nella zona di Sheikhan, situata nella Regione Autonoma del Kurdistan, in Iraq. Questa indagine ha reso possibile non solo la schedatura, la mappatura e l’analisi dei santuari yezidi, ma anche la raccolta di testimonianze di singole personalità coinvolte nelle cerimonie religiose e delle differenti tipologie di pratiche rituali svolte nei luoghi sacri. Partecipando alle celebrazioni quotidiane della comunità presso i luoghi frequentati dai fedeli yezidi (santuari e non), è stato possibile osservare da vicino le loro pratiche rituali e la celebrazione di alcune importanti festività. Grazie all’osservazione e alla partecipazione diretta, si è quindi potuto infrangere la barriera tra ricercatore e tradizione vivente, favorendo una comprensione d’insieme delle pratiche che i credenti svolgono, individualmente o collettivamente, in tutti quegli spazi comunitari da loro stessi percepiti come dotati di sacralità”.

La mostra curata da Ghiath Rammo si iscrive nell’ambito delle multidisciplinari attività della Missione Archeologica Italiana nel Kurdistan Iracheno (MAIKI) del Dipartimento di Scienze dell’Antichità ( Sapienza Università di Roma) – così ci spiega Gianfilippo Terribili, docente della Sapienza di Roma e Vice Direttore MAIKI– “A partire dal 2006, grazie al supporto del Ministero Italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e alla sinergia con le istituzioni curde, la MAIKI ha conseguito importanti risultati nell’ambito della conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale della regione. In occasione della presente iniziativa si è voluto trasporre la ricerca scientifica sul campo in forme capaci di coinvolgere e dialogare con il pubblico più ampio. Il fulcro del percorso espositivo ha in fatti l’intento di esplorare intimità e sensorialità scaturite dal vincolo che lega la comunità etno-religiosa yezida ai luoghi sacri che ne custodiscono identità e memoria. Nel corso dei secoli il carattere distintivo di questa tradizione ha ripetutamente esposto gli Yezidi a vessazioni e tentativi di assimilazione culturale da parte delle contigue società dominanti. È in tale cifra che si condensa il messaggio di questa mostra che vuole sottolineare il valore della diversità e l’importanza di confrontarsi con il tema del particolarismo culturale “a rischio” e della sua tutela”.

Una storia antica, travagliata, un popolo straordinario e allora quale futuro per gli yezidi e quale la questione che non trova soluzioni, lo domando al Presidente dell’Istituto Kurdo Soran Ahmad:” La mia riflessione sulla questione yazida necessita di una premessa, ovvero di una contestualizzazione di questo popolo nella propria dimensione geografica e culturale. È un fatto che il popolo yezida ha condiviso e continua a condividere il proprio destino insieme a quello del popolo kurdo. Ovvero un popolo caratterizzato da una profonda identità storica e culturale, ben ancorato alle proprie radici linguistiche e filosofiche, e pertanto vittima di ben oltre 72 genocidi mirati al suo totale annientamento. Il senso di tradimento percepito dalle comunità kurde e yazide presentano diverse sfaccettature. Se da un lato una parte di essi ha puntato il dito contro quella porzione di comunità convertitasi all’Islam, dall’altro canto ci si è trovati uniti nel condannare la Comunità Internazionale per il suo mancato supporto durante il genocidio perpetrato dall’ISIS nell’agosto del 2014. Attualmente, nella Comunità Yazida come nelle Comunità Musulmane e Cristiane del Kurdistan, ciò che si evidenzia con maggiore preoccupazione è la mancanza di una solida leadership politica capace di contrastare la divisone del Kurdistan avvenuta nel 1921. Da quel lontano ’21 sono cambiati i costumi dei nemici di questo grande popolo ma non la sostanza. Alle fila di chi scongiura la formazione di uno stato indipendente si sono via via aggiunti nuovi stati mossi da differenti interessi politici ed economici, sia a livello regionale che internazionale. Pertanto, le forze da contrastare da parte delle Comunità Yazide e Kurde hanno assunto un peso differente, più gravoso e con molte sfaccettature. Oggi a queste Comunità è richiesta una compattezza e una capacità di vedute differenti dal passato. È richiesto un cambio di approccio con le dinamiche di potere sia istituzionale che economico che possa introdurre nuove forze politico- intellettuali capaci di riorganizzare una lotta che va avanti da ormai più di un secolo”. 

La mostra sarà aperta al pubblico dal 14 marzo al 12 aprile 2024 presso la

Biblioteca Europea sita in Via Savoia, 13/15 a Roma.

Informazioni per il pubblico

“LUOGHI DI MEMORIA. COMUNITÀ YEZIDA E SPAZIO SACRO”

Dal 14 marzo 2024 al 12 aprile 2024

Biblioteca Europea

Via Savoia, 13/15 – 00198 Roma

Lunedì, Martedì e Giovedì ore 09.00 – 19.00

Mercoledì e Venerdì ore 09.00 – 15.00

Ingresso gratuito

Per maggiori informazioni

europea@bibliotechediroma.it

Tel. 0645460681

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