Nuove scoperte dagli scavi di Altino
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Nuove scoperte dagli scavi di Altino

Emersa un’infrastruttura e reperti di vita quotidiana in un antico insediamento romano.

Nuove scoperte dagli scavi di Altino
Scavi archeologici, Altino
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19 Luglio 2022 - 23.38 Culture


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Dal nuovo lotto di scavi ad Altino, iniziati a marzo, condotti sul campo dalla società cooperativa Petra di Padova e diretti dal Museo in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, emergono scoperte di particolare importanza.

Da un antico insediamento romano sulla gronda della Laguna di Venezia, a 3 metri sotto terra rispetto al piano campagna, emerge un’infrastruttura a volta di cui sono rimaste alcuni mattoni d’attacco con spallette, alte un metro e mezzo, ben visibili e una pavimentazione di lastroni di trachite; sul fondo poi sono stati ritrovati oggetti di uso quotidiano, pettini, oggetti in osso per la cura del corpo, vasellame da mensa e piccole lucerne decorate.

Le basi molto ben conservate di una struttura imponente, una cloaca, probabilmente costruita nello stesso periodo in cui la città si ampliò, interrando il canale con l’accesso acqueo, potrebbero essere parte dello stesso sistema fognario già in parte emerso diversi decenni fa, nella zona a nord oltre l’anfiteatro.

Marianna Bressan, direttrice del Museo nazionale e Area archeologica di Altino spiega: «Il manufatto, ha una dimensione imponente, quindi si tratta sicuramente di un sistema fognario pubblico predisposto secondo un preciso disegno urbanistico, non di un piccolo fognolo di scarico dalle abitazioni private. Il livello di conservazione è molto buono e ci dice molto della pianificazione urbanistica dell’epoca».

Oltre alla struttura, che riveste l’importanza principale, da non trascurare sono gli altri elementi emersi al suo interno: vasellame da mensa, fine o grezzo, vasellame da cucina, lucerne, oggetti in osso per la cura del corpo, frammenti in vetro, piccoli strumenti in bronzo, pezzi di attrezzi da artigiani, come ad esempio, un manico di mannaia, finiti nella fognatura attraverso gli ampi tombini dell’epoca.

Tutte queste incredibili scoperte saranno eccezionalmente osservabili in un’occasione: l’incontro di «Scavi Aperti», iniziativa di archeologia pubblica promossa dal Museo di Altino che si terrà per il pubblico mercoledì 20 luglio alle 16. Durante l’incontro con il pubblico, oltre alla visita della ditta Petra, società cooperativa di Padova delle indagini archeologiche nell’area residenziale augustea, verrà proposta anche una visita agli scavi di Campo Rialto dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Progetto «Alla ricerca di Altinum».

La direttrice conclude dicendo: «Gli scavi di Altino riservano sorprese, scientificamente e qualche volta anche dal punto di vista dei monumenti e dei reperti che restituiscono», e spera «Per il futuro quindi ci auguriamo di continuare a scavare, qui, nelle altre aree demaniali, e non soltanto perché Altino è ancora tutta da scoprire e perché la ricerca, che in archeologia significa soprattutto scavo, è il fondamento e la base per la valorizzazione del patrimonio archeologico».

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