Affidata al Fai la gestione del Memoriale Brion
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Affidata al Fai la gestione del Memoriale Brion

Una nuova vita per il monumento che vedrà nuove iniziative sotto la gestione del FAI.

Affidata al Fai la gestione del Memoriale Brion
Due anelli intrecciati, l'ultima opera di Carlo Scarpa
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redazione Modifica articolo

1 Luglio 2022 - 18.02 Culture


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Un’immagine simbolo di amore, di meditazione, di unione e fratellanza per ogni uomo di qualunque religione. E’ questo che si potrà vedere d’ora in poi nella campagna trevigiana. L’ultima opera di Carlo Scarpa, due anelli intrecciati, dall’8 luglio potrà essere liberamente visitata al Memoriale Brion a San Vito di Altivole in provincia di Treviso. La famiglia Brion, infatti, ha donato questa opera al Fondo per l’Ambiente Italiano (Fai).

Il monumento, quindi, diventerà il 70esimo del Fai per concessione di Ennio e Donatella Brion, la cui madre aveva commissionato la costruzione di un memoriale per il marito defunto, nonché fondatore della Brionvega. Il memoriale ora assumerà nuova vita grazie alla gestione e manutenzione del Fai, il quale ha anche il compito di valorizzare ulteriormente il monumento.

È il Maxxi di Roma, museo dove è presente l’Archivio Carlo Scarpa, che ha confermato questa iniziativa. “C’è una convergenza di obiettivi tra noi e il Fai: il Memoriale fonde forme e simboli di tutte le religioni, ed è una sintesi sublime della ricerca di Scarpa” afferma la presidente della Fondazione Giovanna Melandri.

Il memoriale, realizzato tra il 1970 e il 1978, anno della morte dell’artista, è stato sottoposto a restauro fino al 2021 e, con l’intervento del Fai ci sarà occasione di rendere il luogo di interesse culturale, grazie anche all’iniziativa delle visite guidate. Il complesso funerario, esteso circa 2000 metri quadrati, presenta prati, vasche coperte da ninfee e 4 edifici principali, tra cui l’arcosolio, un arco-ponte in cemento rivestito da tessere di vetro con retrostante foglia di alloro. Un particolare sono gli attributi iconografici che presenta il Memoriale, che vanno dalla cultura paleocristiana a quella giapponese.

Un luogo di culto, di sacralità, di pace e di armonia che colpisce non solo mentre lo si guarda, ma anche quando lo si percorre.

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