Addio a Catherine Spaak, attrice versatile e musa dei più grandi registi: aveva avuto un'emorragia cerebrale
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Addio a Catherine Spaak, attrice versatile e musa dei più grandi registi: aveva avuto un'emorragia cerebrale

Era nata a Boulogne-Billancourt, nella regioneÎle-de-France, da una famiglia belga: figlia d'arte, sua madre era l'attrice Claudie Clèves mentre il padre lo sceneggiatore Charles Spaak. Aveva 77 anni,

Addio a Catherine Spaak, attrice versatile e musa dei più grandi registi: aveva avuto un'emorragia cerebrale
Catherine Spaak
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17 Aprile 2022 - 22.39


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Attrice garbata e raffinata, conduttrice televisiva. Per molti ancora la “Matelda” de l’armane Brancaleoni, straordinaria commedia di successo che contribuì alla sua celebrità.

È morta, a 77 anni, Catherine Spaak. Attrice, scrittrice, cantante, ballerina, conduttrice televisiva, grande protagonista del cinema italiano negli anni Sessanta e Settanta, bellezza raffinata, grande personalità, era stata adolescente ribelle e sensuale negli anni Sessanta, signora borghese nel cinema dei Settanta e poi scrittrice, giornalista, conduttrice.

Era nata a Boulogne-Billancourt, nella regioneÎle-de-France, da una famiglia belga: figlia d’arte, sua madre era l’attrice Claudie Clèves mentre il padre lo sceneggiatore Charles Spaak; la sorella Agnès, attrice e fotografa e lo zio Paul-Henri aveva ricoperto più mandati da primo ministro del Belgio.

Nel 2020, a pochi giorni dal lockdown a causa della pandemia, era stata colpita da un’emorragia cerebrale: aveva rischiato di morire, come raccontato in tv nella trasmissione Storie italiane: “Sono venuta per dire che se siamo malati non dobbiamo vergognarci. Sono ancora qua con il sorriso, con la capacità di ragionare e di parlare, ma anche di ribellarmi. Non ho perso la mia grinta e il coraggio”. All’emorragia era seguita una crisi di epilessia dovuta alla cicatrice. “Non camminavo e non vedevo. Non ricordo niente di questa crisi e trovo che sia bellissimo. Ci si cura, si guarisce e si torna a fare la stessa vita di prima”.

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Dai nove ai quindici anni cresce in collegio. La sua prima vita cinematografica è da adolescente spregiudicata e cinica. Esordisce a 15 anni nel film francese Il buco, di Jaques Becker, si trasferisce quindi in Italia. “Sono partita con una lettera di mio padre che mi autorizzava a lavorare. Ero terrorizzata di recitare, ho vissuto per anni nel terrore. Non volevo essere un’attrice ma una ballerina classica, ero troppo alta all’epoca. Ma fare questo lavoro è stata la mia salvezza”. Viene notata da Alberto Lattuada che la sceglie in I dolci inganni, è il 1960, per il personaggio di Francesca, studentessa di buona famiglia che si concede a un uomo maturo, il film fa discutere, lo scandalo incontra problemi con la censura e la pubblicità che ne deriva consegna all’attrice una sorta di etichetta: sarà scritturata per altri film in una variazione di questo tipo di ruoli.

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