Victoria dei Maneskin: "A 14 anni soffrivo di attacchi di panico. Ne sono uscita grazie a terapia, famiglia e amici"
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Victoria dei Maneskin: "A 14 anni soffrivo di attacchi di panico. Ne sono uscita grazie a terapia, famiglia e amici"

Victoria De Angelis, bassista dei Maneskin si racconta a Elle: “Nel gruppo ognuno ha il suo ruolo, ma ce li scambiamo, non siamo competitivi. Cioè, io sì, ma solo nei giochi da tavolo: lì, pur di vincere, baro”.

Victoria De Angelis, bassista dei Maneskin
Victoria De Angelis, bassista dei Maneskin
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1 Giugno 2021 - 10.53


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Victoria De Angelis, bassista dei Maneskin ha parlato a Elle del suo gruppo con il quale ha recentemente vinto l’Eurovision Song Contest.
Prima di raggiungere il tetto d’Europa, qualche anno fa, Victoria era una ragazza con le sue paure e le sue fragilità.
“Io e la band siamo un gruppo, siamo amici, viviamo tutto insieme. Però restiamo quattro persone diverse: ognuno di noi ha paure e ambizioni tutte sue”. 
Ricordando l’infanzia, la musicista dice:
“Soffrivo di certe rigide distinzioni tra maschile e femminile: a 6 anni avevo proprio il rifiuto per tutte le cose ‘da bambina’: facevo skate, tenevo i capelli corti, mi vestivo da maschio. Non indossavo gonne, non perché non mi piacessero, ma per reclamare la chance di essere me stessa. Il rock ha incarnato quello slancio di libertà.”
“Le cose che mi fanno più soffrire ho imparato a non mascherarle”, dice la bassista spiegando di riferirsi agli attacchi di panico:
“Ero una ragazza spensierata, a 14 anni mi sono ritrovata a non voler più uscire di casa, ho perso un anno di scuola. C’era qualcosa di rotto in me e non sapevo come ripararmi. Prima me ne vergognavo, ora non ho più bisogno di nasconderlo” […] Ne sono uscita grazie a una terapia, alla famiglia e agli amici, ma è comunque da sola che impari a gestire certe voragini.
A chi le domanda se la leadership del gruppo, dietro le quinte, sia sua, Victoria replica:
“Ognuno ha il suo ruolo, ma ce li scambiamo, non siamo competitivi. Cioè, io sì, ma solo nei giochi da tavolo: lì, pur di vincere, baro”.

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