La concitata telefonata tra Fedez e la Rai: "Il suo testo non è editorialmente opportuno"
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La concitata telefonata tra Fedez e la Rai: "Il suo testo non è editorialmente opportuno"

Il contante ha pubblicato alcuni passaggi del colloquio con funzionari Rai e la vice-direttrice di Ra Tre Ilaria Capitani. E la polemica non si placa

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2 Maggio 2021 - 08.15


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Una performance che la Lega preventivamente e poi la Rai hanno tentato di bloccare o in qualche modo di ammorbidire.
E ora il concerto del Primo Maggio gira tutto intorno alle polemiche sul cosideetto caso Fedez
.


Fedez sul palco del Primo Maggio, in diretta televisiva, attacca il senatore leghista Ostellari, reo di osteggiare il Ddl Zan, e tutta la Lega. In un attimo scoppia il caso politico. Il rapper al tradizionale Concertone si fa portavoce del disegno di legge contro le discriminazioni di genere. Nel suo monologo spiega che “Ostellari ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare, quindi massima espressione del popolo, che è stato già approvato alla Camera come Ddl Zan può tranquillamente essere bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo, cioè se stesso. Ma d’altronde Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua grande lotta all’uguaglianza”. 
Poi Fedez ha ricordato una serie di dichiarazioni che nel corso degli ultimi anni sono state rese da esponenti leghisti. Il cantante ha anche sottolineato che la Rai aveva provato a censurare il suo intervento.
Le azioni preventive della Lega
Il clima era caldo ancor prima dell’esibizione di Fedez. Matteo Salvini si era augurato apertamente che non ci fossero comizi di sinistra. “Il concertone costa circa 500.000 euro agli italiani, sarebbero fuori luogo”, ha detto il segretario del Carroccio. Anche in questo caso, pronta la risposta di Fedez: “Vado gratis e pago i miei collaboratori che non lavorano da un anno”, specificando che si assumeva “ogni responsabilità” sul suo monologo e rivendicando la libertà di espressione di un artista sul palco.
Salvini tenta di fare pace
Dopo l’intervento del cantante, Salvini ha replicato a Fedez su Facebook: “Adoro la Libertà. Adoro la musica, l’arte, il sorriso. Adoro e difendo la libertà di pensare, di scrivere, di parlare, di amare. Ognuno può amare chi vuole, come vuole, quanto vuole. E chi discrimina o aggredisce va punito, come previsto dalla legge. E’ già così, per fortuna. Chi aggredisce un omosessuale o un eterosessuale, un bianco o un nero, un cristiano o un buddhista, un giovane o un anziano, rischia fino a 16 anni di carcere. E’ già così. Reinvito Fedez a bere un caffè, tranquilli, per parlare di libertà e di diritti”.
La telefonata con la Rai
Poi Viale Mazzini ha prima smentito con una nota di Rai3 condivisa dall’ad Fabrizio Salini, poi il presidente Marcello Foa ha a sua volta spiegato in un comunicato che il testo del monologo non era stato sottoposto alla sua approvazione come è consuetudine. Fedez nella tarda serata ha pubblicato un video su Twitter in cui riprende una telefonata con la vice direttrice di Rai3 e con i suoi collaboratori. Salvini ha commentato: “Un cantante di sinistra litiga coi vertici Rai di sinistra. Così è. L’Italia se ne farà una ragione”.
Il funzionario Rai spiega a Fedez che “non è editorialmente opportuno in quel contesto…”, il rapper argomenta: “Editorialmente? Io sono un artista, io salgo sul palco e dico quello che voglio e mi assumo le responsabilità di ciò che dico. Le asserzioni che riporto nel mio testo sono consiglieri leghisti che dicono `se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno´, perché non posso dire che un consigliere leghista in pubblica piazza ha detto che un figlio gay lo brucerebbe nel forno? Perché non posso dirlo?”.



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Fedez al Concertone del primo maggio, oltre a schierarsi apertamente in favore del Ddl Zan, ha chiesto un intervento in favore dei lavoratori dello spettacolo. “Caro Mario – ha detto riferendosi al presidente del consiglio – capisco che il calcio è fondamentale per il gran numero di lavoratori che coinvolge ma non dimentichiamo che il numero dei lavoratori nello spettacolo si equivale. Qualche parola in difesa di un settore decimato da questa emergenza e regolato da normative risalenti agli anni Quaranta non sarebbe male. Come si è opposto alla Superlega sarebbe gradito un suo intervento per il mondo dello spettacolo”.
Lodo Guenzi plaude
Lodo Guenzi, con un post su Instagram, si schiera dalla parte di Fedez nel confronto a distanza con la Rai e non solo: “Sono fiero di quello che ha detto Federico su un palco che per me è casa e che ha senso di esistere per trasmettere dei messaggi. Ieri si è parlato di politicamente corretto, ed è vero che la discriminazione non è nelle parole ma nelle intenzioni. Ma non è vero che siamo tutti uguali. Questo Paese e la sua classe politica sono ancora in larga parte razzisti e omofobi, e questo è vergognoso. Non ha senso parlare di quanto sia legittimo o illegittimo usare parole scorrette fino a quando non faremo in modo di evitare che gli omosessuali vengano menati e offesi, e gli stranieri schiavizzati e lasciati annegare. Questa è la cosa difficile da dire, l’unica scorretta agli occhi di chi governa”.

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