Auschwitz, la canzone di Guccini che racconta l’olocausto
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Auschwitz, la canzone di Guccini che racconta l’olocausto

Un brano simbolo che racconta la brutalità dei campi di concentramento.

Auschwitz
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Davide Monastra Modifica articolo

27 Gennaio 2017 - 09.34


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È una delle canzoni più dure e crude sui campi di concentramento. Il suo titolo è “Auschwitz”, brano scritto da Francesco Guccini – anche se è stato accreditato a Lunero e Maurizio Vandelli perché l’autore quando compose la canzone non era ancora iscritto alla Siae. “Auschwitz” uscì come singolo nel settembre del 1966 dall’Equipe 84 nel singolo Bang bang/Auschwitz. L’anno successivo la canzone fu registrata da Francesco Guccini ed inserita nella raccolta Folk beat n. 1, con il titolo “La canzone del bambino nel vento (Auschwitz)”.

Guccini per il delicato tema dell’olocausto ha trovato ispirazione leggendo il romanzo autobiografico di Vincenzo Pappalettera “Tu passerai per il camino”, dove sono l’autore racconta le sue memorie durante la sua permanenza nel campo di concentramento di Mauthausen.

Il testo di “Auschwitz” è a due voci: la più toccante, quella che arriva dritto al cuore, è quella di un bambino, il protagonista che “è morto con altri cento, passato per un camino e adesso è nel vento”; la seconda è invece quella dello stesso Guccini che si pone alcune domande retoriche che a distanza di 50 anni ancora oggi non trovano risposta come: “L’ uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare?”

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Il testo di Auschwitz di Francesco Guccini

Son morto con altri cento, son morto ch’ ero bambino,
passato per il camino e adesso sono nel vento e adesso sono nel vento….
Ad Auschwitz c’era la neve, il fumo saliva lento
nel freddo giorno d’ inverno e adesso sono nel vento, adesso sono nel vento…
Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio:
è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento, a sorridere qui nel vento…
Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento, in polvere qui nel vento…
Ancora tuona il cannone, ancora non è contento
di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento e ancora ci porta il vento…
Io chiedo quando sarà che l’ uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà…
Io chiedo quando sarà che l’ uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà e il vento si poserà…

 

 

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