Almeno 29 palestinesi sono stati uccisi dall’alba di oggi sotto il fuoco israeliano, secondo fonti ospedaliere. Tra le vittime figurano due bambini e numerosi civili che cercavano aiuti alimentari nelle aree più colpite.
Undici persone, tra cui due minori, sono state uccise e altre 18 ferite mentre cercavano di raggiungere le scorte di cibo distribuite nel Corridoio di Netzarim, a circa un chilometro dal luogo in cui si trovano gli operatori umanitari. Altri due palestinesi sono morti in un attacco aereo che ha colpito senza preavviso un’abitazione nel quartiere di Remal, a Gaza City. Nelle ultime ore, l’aviazione israeliana ha colpito anche un gruppo di civili nell’area occidentale di Deir el-Balah, nel centro della Striscia.
Mentre i bombardamenti continuano a colpire il principale centro urbano della Striscia, l’esercito israeliano ha diffuso un nuovo ordine di evacuazione «urgente» per il quartiere di Remal e per l’area del porto di Gaza. Le famiglie sono state invitate a spostarsi verso sud, lungo la strada che molti abitanti chiamano ormai «la strada del dolore», perché lascia dietro di sé case, ricordi e legami, in cambio di un futuro incerto.
«Avvertiamo tutti coloro che non hanno ancora evacuato l’area del porto e il quartiere di Remal, così come le tende accanto ad Amin al-Husseini Street», ha dichiarato il portavoce militare israeliano Avichay Adraee, annunciando che «l’edificio sarà attaccato a causa della presenza di infrastrutture terroristiche di Hamas al suo interno o nelle vicinanze».
Molti civili, impossibilitati a sostenere i costi elevati dei trasporti, stanno percorrendo a piedi il cammino verso sud, chiedendosi semplicemente: «Dove possiamo andare?».