Milei definisce la moglie di Sanchez una 'corrotta' e Madrid chiede una rettifica ufficiale all'Argentina
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Milei definisce la moglie di Sanchez una 'corrotta' e Madrid chiede una rettifica ufficiale all'Argentina

Madrid esibisce fermezza con il premier Pedro Sanchez che ha chiesto direttamente a Javier Milei una «rettifica ufficiale»

Milei definisce la moglie di Sanchez una 'corrotta' e Madrid chiede una rettifica ufficiale all'Argentina
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21 Maggio 2024 - 01.34


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 Dal `caso´ politico alla crisi diplomatica, che minaccia di diventare scontro aperto fra Spagna e Argentina. Madrid esibisce fermezza con il premier Pedro Sanchez che ha chiesto direttamente a Javier Milei una «rettifica ufficiale» delle accuse mosse ieri nei confronti del governo spagnolo e di sua moglie, Begona Gomez, che il presidente argentino aveva definito rispettivamente «una razza di gente aggrappata al potere» e «una corrotta». Invettive che, pur senza fare nomi, sono state lette da Madrid come una evidente allusione all’inchiesta per presunto traffico di influenze e corruzione aperta da un Tribunale di Madrid nei confronti della consorte di Sanchez sulla base di una denuncia del sedicente sindacato di estrema destra Manos Limpias.

Secondo Sanchez, Milei «non è stato all’altezza dei legami che uniscono i due Paesi. Sono pienamente cosciente che chi ha parlato ieri non l’ha fatto in nome del popolo argentino», ha detto il leader socialista, riferendosi alle accuse lanciate da Milei dal palco della kermesse della destra globale convocata domenica da Vox al Palacio Vistalegré. «Fra governi gli affetti sono liberi, ma il rispetto è irrinunciabile», ha incalzato Sanchez. Che ha promesso, in mancanza di scuse ufficiali, una risposta «all’altezza della dignità della democrazia spagnola».

Due ore prima, il ministro degli Esteri, José Manuel Albares aveva annunciato di aver chiamato a consultazione l’ambasciatore argentino a Madrid, Roberto Bosh per comunicagli «la gravità della situazione» ed esigere scuse pubbliche. Dopo che a caldo aveva già richiamato `sine die´ l’ambasciatrice spagnola in Argentina.

Albares non ha escluso una rottura delle relazioni diplomatiche .«Prenderemo le decisioni opportune a tempo dovuto». ha segnalato, insistendo sul fatto che «l’attacco» di Milei e «l’ingerenza» nella politica interna spagnola «avranno conseguenze».

Nel pieno della escalation diplomatica è giunto il messaggio sarcastico su X postato dal presidente argentino. «Il leone è tornato a casa e cavalca l’onda delle lacrime socialiste», ha ironizzato Milei, deciso a dare battaglia culturale e ideologica contro `los zurdos´, i rivali di sinistra e per estensione tutti i progressisti fino alla destra moderata. La Casa Rosada non solo non chiede scusa né rettifica, ma rilancia. La crisi provocata dalle parole di Milei «risponde a un problema fra due persone e non a una crisi diplomatica fra i due Paesi», secondo il portavoce della presidenza, Manuel Adorni. Che in conferenza stampa ha definito «clamorose e impulsive» le minacce di conseguenze del ministro degli esteri spagnolo e assicurato di non capire «il motivo di risentimento». E ha reclamato a sua volta scuse ufficiali per «la cascata di insulti piovuta da membri del governo spagnolo» contro Milei: «Lo hanno chiamato drogato, negazionista, ci hanno trattati come odiatori e antidemocratici. spero che riflettano e chiedano scusa», ha sostenuto Adorni.

Le tensioni risalgono al 3 maggio scorso, quando il ministro spagnolo dei trasporti Oscar Puente, insinuò in un colloquio con studenti che il presidente argentino facesse «uso di sostanze». La Casa Rosada aveva già risposto con un duro comunicato in cui segnalava che «il governo di Pedro Sanchez ha problemi più importanti da affrontare, come le accuse di corruzione ricolte a sua moglie, questione che lo ha addirittura portato a considerare le dimissioni». Ma, poi, dopo il mea culpa di Puente aveva considerato chiuso l’incidente, ora deflagrato. Si vedrà se il prossimo viaggio del `leone´ in Spagna, confermato per il 21 giugno dalla Casa Rosada, servirà per ricomporre le relazioni con le autorità spagnole, ignorate – re Felipe VI incluso – durante la sua prima trasferta iberica.

Il portavoce della presidenza non ha però potuto occultare le preoccupazioni che la burrasca fra Baires e Madrid possa abbattersi sulle relazioni economiche fra i due Paesi. «Non c’è rapporto fra chi vuole investire in Argentina e questo scambio di cattivo gusto nato su impulso di Sanchez», ha replicato Adorni a chi gli chiedeva se l’attacco di Milei potesse nuocere al commercio fra i due Paesi, poiché la Spagna è il primo investitore europeo e il secondo globale in Argentina dopo gli Stati Uniti, con un volume di 18 miliardi annui.

Dopo essersi riuniti sabato con Milei, dirigenti di grandi gruppi imprenditoriali, come il Bbva, Telefonica o la banca Santander si sono oggi uniti al presidente della Confederazione degli industriali, (Ceoe), Antonio Garamendi, nel «netto rifiuto» delle dichiarazioni «fuori tono» del presidente argentino. 

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