Il gruppo di Visegrad si spacca sulla guerra in Ucraina
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Il gruppo di Visegrad si spacca sulla guerra in Ucraina

 I rappresentanti dei Paesi del gruppo Visegrad - Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria e Slovacchia - si sono incontrati oggi a Praga e ne è emerso che i 4 Paesi rimangono divisi su come risolvere la guerra della Russia contro l'Ucraina.

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21 Marzo 2024 - 16.07


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 I rappresentanti dei Paesi del gruppo Visegrad – Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria e Slovacchia – si sono incontrati oggi a Praga e ne è emerso che i 4 Paesi rimangono divisi su come risolvere la guerra della Russia contro l’Ucraina.

I ministri degli Esteri dei Paesi del gruppo Visegrad hanno discusso un piano ceco per l’acquisto di munizioni, di cui l’Ucraina ha estremo bisogno, da Paesi terzi al di fuori dell’Unione europea, un piano su cui Repubblica Ceca e Polonia si trovano d’accordo, mentre invece Ungheria e Slovacchia hanno ribadito il loro rifiuto a fornire armi all’Ucraina

«È necessario aumentare il sostegno all’Ucraina in tutti i settori, compresa l’assistenza militare», ha dichiarato il ministro degli Esteri ceco Jan Lipavsky. In base al piano, Praga vuole ottenere 800mila proiettili d’artiglieria per l’Ucraina. In precedenza i leader cechi avevano dichiarato che i primi proiettili avrebbero dovuto essere consegnati all’Ucraina entro giugno e avevano riferito di almeno 18 Paesi che avevano aderito all’iniziativa.

 Il ministro degli Esteri polacco Radek Sikorski ha definito il piano ceco «un’idea eccellente»: «siamo molto felici di contribuire», ha dichiarato, aggiungendo che la Polonia contribuirà con fondi e aiuterà a consegnare le munizioni al fronte. Ma i ministri degli Esteri di Ungheria e Slovacchia hanno detto di non essere pronti a cambiare il loro rigido rifiuto di fornire armi all’Ucraina.

 «L’Ungheria non ha inviato e non invierà alcuna arma all’Ucraina», ha dichiarato il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto. Quanto alla Slovacchia, il suo ministro degli Esteri, Juraj Blanar, ha sottolineato che la posizione della Slovacchia non è cambiata perché «il conflitto non ha una soluzione militare».

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