Gli 007 di Mosca dicono che la Francia sta per mandare 2 mila soldati a Kiev: Parigi smentisce
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Gli 007 di Mosca dicono che la Francia sta per mandare 2 mila soldati a Kiev: Parigi smentisce

Il capo dei servizi d'intelligence esterni di Mosca, Serghei Naryshkin, ha affermato di essere a conoscenza di un piano francese per schierare un contingente militare di 2.000 uomini a sostegno di Kiev in caso di crescente tensione con Mosca

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20 Marzo 2024 - 00.25


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Secondo quanto riportato dagli agenti segreti russi, il presidente francese Emmanuel Macron starebbe considerando seriamente l’invio di truppe in Ucraina dopo le sue dichiarazioni recenti. Il capo dei servizi d’intelligence esterni di Mosca, Serghei Naryshkin, ha affermato di essere a conoscenza di un piano francese per schierare un contingente militare di 2.000 uomini a sostegno di Kiev in caso di crescente tensione con Mosca.

Tuttavia, ha anche avvertito che le forze occidentali potrebbero diventare “un obiettivo prioritario” per i russi. Parigi, però, ha smentito categoricamente queste affermazioni, definendo la dichiarazione di Naryshkin come un esempio di “disinformazione sistematica da parte della Russia”. Il ministero della Difesa francese ha ribadito che considera tale provocazione irresponsabile.

Intanto, tra i primi atti di Vladimir Putin dopo la rielezione alla guida della Russia per altri sei anni vi sarà la conferma al massimo livello dell’asse strategico con la Cina attraverso una visita a Pechino in programma in maggio. Almeno secondo fonti citate dalla Reuters, mentre la notizia non viene confermata da nessuno dei due Paesi.

L’accelerata nello sviluppo delle relazioni fra Pechino e Mosca è un fenomeno degli ultimi due anni, favorito dal conflitto in Ucraina e dalle conseguenti sanzioni economiche dei Paesi occidentali alla Russia, che cerca di rimediare con la crescita degli scambi e delle esportazioni energetiche verso oriente: con la Cina, appunto, e con l’India. Ma anche altri Paesi che hanno relazioni di amicizia con gli Usa e con la Ue hanno preservato i loro rapporti con Putin. Lo testimoniano i nuovi messaggi di congratulazioni ricevuti da Stati quali l’Arabia Saudita e il Kuwait, o l’Egitto.

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Sul terreno, intanto continua lentamente l’avanzata russa nel Donbass ucraino, con la conquista di un altro centro abitato, quello di Orlovka, nei pressi della cittadina di Avdiivka, occupata dalle truppe di Mosca il mese scorso. Ma la Russia deve continuare a fare i conti con i bombardamenti ucraini sulla regione di confine di Belgorod, che solo nell’ultima settimana, secondo il governatore Vyacheslav Gladkov, hanno provocato 16 morti e un centinaio di feriti. Anche gravi, come una ragazza che ha perso un braccio. Le autorità hanno pertanto deciso di evacuare circa 9.000 bambini verso altre regioni. Putin ha detto intanto che «tutti i tentativi» di infiltrazione dall’Ucraina nella stessa regione di Belgorod e in quella di Kursk, rivendicati da gruppi paramilitari russi inquadrati nelle forze di Kiev, sono «falliti».

Altro Tallone di Achille per Mosca sono gli attacchi alle sue navi della flotta nel Mar Nero, dove diverse unità sono state affondate dai droni marini ucraini. Oggi c’è stata la conferma di una voce circolata sui media recentemente secondo la quale il comandante della Marina, Nikolai Yevmenov, è stato rimosso. L’ammiraglio Alexander Moiseev è stato infatti presentato come nuovo comandante ad interim durante una cerimonia in una base di sottomarini a Kronstadt, secondo quanto ha riferito la Tass.

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Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, non ha né confermato né smentito la missione di Putin in Cina, limitandosi a dire che il presidente sta «preparando diverse visite e diversi contatti ad alto livello». Lunedì il leader cinese Xi Jinping era stato tra i primi a congratularsi con il capo del Cremlino per la rielezione, affermando che essa «riflette pienamente il sostegno del popolo russo» e sottolineando che Pechino «attribuisce una grande importanza alle relazioni bilaterali».

Tra i due leader si è formata anche un’amicizia personale nei 42 incontri che hanno avuto negli ultimi dieci anni. Gli ultimi due lo scorso anno, quando Xi si è recato a Mosca in marzo e Putin ha ricambiato la visita a Pechino in ottobre. Sempre nel 2023 l’interscambio bilaterale è salito al livello record di oltre 200 miliardi di dollari. Da parte sua Putin, parlando subito dopo la rielezione, ha definito «forti» i rapporti con Pechino, perché i rispettivi interessi nazionali «coincidono». Entrambi il leader hanno detto più volte di volere essere protagonisti di un cambiamento globale verso il «multilateralismo», sfidando quello che vedono come la volontà degli Usa di mantenere il ruolo di guida del mondo come unica potenza.

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Sulle elezioni presidenziali è infine tornata oggi Yulia Navalnaya. Putin «non è il presidente legittimo della Russia», ha affermato la vedova dell’oppositore Alexei Navalny, morto il mese scorso in detenzione in una colonia penale artica. Un’affermazione che suona come una risposta a quanto detto ieri sera dal Consigliere per la sicurezza americana, Jake Sullivan, secondo il quale «le elezioni in Russia non sono state né libere né giuste ma la realtà è che Putin è il presidente» e bisogna «fare i conti con questa realtà».

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