Berlino: i vincitori del "Documentary Film Award" accusano Israele di 'genocidio' e vengono accusati di antisemitismo
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Berlino: i vincitori del "Documentary Film Award" accusano Israele di 'genocidio' e vengono accusati di antisemitismo

Il Festival del Cinema di Berlino finisce nella bufera, accusato di aver fatto da cassa da risonanza per le dichiarazioni giudicate «antisemite» pronunciate dai registi del documentario «No Other Land» vincitore del `Documentary Film Award´

Berlino: i vincitori del "Documentary Film Award" accusano Israele di 'genocidio' e vengono accusati di antisemitismo
Basel Adra e Yuval Abraham
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26 Febbraio 2024 - 01.13


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Antisemitismo? No, solo critica a Israele ma nella Germania c’è una forte sensibilità dopo quello che il nazismo aveva fatto.

 Il Festival del Cinema di Berlino finisce nella bufera, accusato di aver fatto da cassa da risonanza per le dichiarazioni giudicate «antisemite» pronunciate dai registi del documentario «No Other Land» vincitore del `Documentary Film Award´ al Festival di Berlino. 

«No Other Land», una coproduzione israelo-palestinese dell’attivista Basel Adra e del giornalista israeliano Yuval Abraham racconta le lotte di un villaggio della Cisgiordania contro i coloni israeliani e aveva già vinto un premio del pubblico prima di esser presentato a Berlino. Durante la cerimonia di premiazione il palestinese Basel Adra aveva rimarcato quanto fosse difficile essere sul palco per festeggiare «quando decine di migliaia di persone del mio popolo vengono massacrate da Israele a Gaza». 

Abraham, dal canto suo, dopo aver precisato di essere israeliano aveva aggiunto che «tra due giorni torneremo in una terra in cui non siamo uguali… Questa situazione di apartheid tra noi, questa disuguaglianza deve finire».

 Pronta la reazione, domenica, del Sindaco della capitale tedesca, Kai Wegner, che sul suo account X da denunciato come «l’antisemitismo non ha posto a Berlino, e questo vale anche per gli artisti».

«Quello che è successo ieri (sabato) alla Berlinale è una relativizzazione intollerabile», ha aggiunto, chiamando in causa la direzione del festival. Ad alimentare la polemica non sono state solo le dichiarazioni dei registi che hanno accusato Israele di genocidio, ma il fatto che non abbiano contestualmente ricordato come l’offensiva di Tel-Aviv sia stata scatenata dal massacro del 7 ottobre condotto da Hamas. 

I discorsi dei due registi vincitori sono stati criticati anche da membri del partito socialdemocratico del cancelliere tedesco Olaf Scholz e da parlamentari dei Verdi, che fanno parte della coalizione al governo. 

Il governo tedesco che, che sulla scia degli orrori del nazismo, ha fatto della lotta all’antisemitismo una delle priorità è il principale finanziatore del Festival di Berlino. In una nota inviata all’Afp in tarda serata, la Berlinale ha affermato che le dichiarazioni dei registi costituiscono «opinioni individuali e indipendenti» del festival, che «non rappresentano in alcun modo» quelle della Berlinale, ma che dovrebbero essere «accettate» purché «rispettino il quadro legale». 

Allo stesso tempo, la direzione del festival ha dichiarato di «comprendere l’indignazione» suscitata dai commenti «ritenuti troppo di parte» espressi durante la cerimonia di premiazione.

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