Argentina, Milei come Bolsonaro: denuncia brogli prima ancora che si voti al ballottaggio
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Argentina, Milei come Bolsonaro: denuncia brogli prima ancora che si voti al ballottaggio

I rappresentanti legali de La Libertad Avanza (Lla) hanno denunciato brogli al primo turno - dove il candidato 'attuale ministro dell'Economia, Sergio Massa, si è imposto con il 36,6% contro il 29,9% ottenuto da Milei

Argentina, Milei come Bolsonaro: denuncia brogli prima ancora che si voti al ballottaggio
Il candidato della destra liberista Javier Milei
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17 Novembre 2023 - 01.07


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 Le elezioni presidenziali in Argentina rischiano di non avere una definizione certa neanche con il ballottaggio di domenica. Con una presentazione alla giustizia elettorale, il candidato della destra ultraliberista, Javier Milei, è tornato oggi ad agitare il fantasma dei brogli, alimentando i timori su un mancato riconoscimento del risultato in caso di sconfitta nella tornata decisiva.

I rappresentanti legali de La Libertad Avanza (Lla) hanno denunciato presunti episodi di manomissione delle urne al primo turno – dove il candidato del peronismo moderato, l’attuale ministro dell’Economia, Sergio Massa, si è imposto con il 36,6% contro il 29,9% ottenuto da Milei – e hanno chiesto che vengano prese «precauzioni speciali» in vista del ballottaggio.

La formazione che fa capo all’ultraliberista ha quindi invocato l’intervento di soldati della Marina e dell’Aeronautica nel processo elettorale e chiesto di poter «scortare» le urne in tutti i passaggi successivi alla chiusura delle stesse, incluso il momento del trasporto fino al centro di smistamento postale.

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Il clima di dubbi e sospetti instillato da Milei nelle ultime settimane ha trovato una forte eco sui social, dove vengono replicate esponenzialmente tutte le sue denunce. Una campagna che ha alimentato la convinzione dei sostenitori che «la casta politica ha paura» ed è disposta a qualsiasi cosa per rimanere al potere.

Sospetti che vengono respinti dal Centro di Politiche Pubbliche `Cippec´, secondo il quale «nelle 10 elezioni presidenziali e 20 legislative disputate dal 1983 non sono mai state accertate manovre fraudolente. E vincitori e vinti hanno sempre accettato il risultato». Secondo i dati del Cippec, «in queste ultime elezioni politiche si sono diffuse molte voci di brogli sulle reti, ma sono state presentate solo 366 denunce, un numero inferiore alla media storica».

L’atteggiamento della destra ultraliberista viene invece interpretato da settori affini al peronismo come una conferma ulteriore del pericolo rappresentato dall’approdo di un candidato anti sistema come Milei alla presidenza. «Una vittoria di Milei rappresenterebbe un pericolo per la convivenza democratica», ha affermato il radicale Ricardo Alfonsin, figlio del presidente emblema del ritorno della democrazia dopo la dittatura militare, Raul Alfonsin. «È un uomo che non comprende e non rispetta i valori minimi democratici», ha aggiunto.

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L’equilibrio che mostrano i sondaggi sulle intenzioni di voto degli elettori in vista del ballottaggio d’altra parte non aiuta a rasserenare l’orizzonte post elettorale. Secondo gli ultimi rilevamenti condotti a novembre ci sono grandi probabilità di assistere a una vittoria di misura di uno dei due candidati. E a fronte di un risultato estremamente incerto, esiste poi la concreta possibilità che il vincitore non venga annunciato la notte di domenica al termine del conteggio provvisorio e che si debba attendere almeno una settimana per la realizzazione del conteggio ufficiale.

Un lasso di tempo rischioso alla luce dei gravi sospetti installati da Milei e del clima di estrema tensione politica che attraversa il Paese. Le immagini dell’invasione del Campidoglio promossa da Trump il 6 gennaio del 2021 a Washington o dell’attacco alle istituzioni istigato da Bolsonaro a Brasilia l’8 gennaio di quest’anno potrebbero ripetersi a Buenos Aires all’indomani del ballottaggio per le elezioni presidenziali di domenica. 

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