Il governo del presidente progressista Luiz Inacio Lula da Silva è intervenuto per placare una polemica che infiamma le opposizioni in Brasile, smentendo di aver ordinato l’installazione di bagni unisex nelle scuole e nelle università.
La dichiarazione arriva un giorno dopo che il Consiglio nazionale per i diritti delle persone Lgbtq+, un organismo subordinato al ministero dei diritti umani, ha pubblicato una risoluzione con raccomandazioni per garantire l’accesso delle persone transgender nelle istituzioni educative.
Un documento cavalcato dalla destra ultraconservatrice, col deputato bolsonarista Nikolas Ferreira che ha affermato che il governo Lula «ha istituito il bagno unisex per tutte le scuole del Brasile, comprese quelle per i minorenni».
Il governo è corso ai ripari. Il segretariato della Comunicazione sociale (Secom) ha diffuso un comunicato in cui spiega che «il documento non ha carattere legale o obbligatorio né menziona i bagni unisex». «La risoluzione – evidenzia la nota – si limita a formulare linee guida riguardanti il ;;riconoscimento istituzionale dell’identità di genere».
L’articolo 5 della delibera raccomanda che «deve essere garantito l’utilizzo dei bagni, degli spogliatoi e degli altri spazi divisi per genere, ove esistenti, nel rispetto dell’identità e/o dell’espressione di genere di ciascuno studente».
Il ministro dei Diritti Umani, Silvio Almeida, ha chiesto alla Procura generale di adottare misure amministrative, civili e penali contro Ferreira e altri deputati accusati di aver diffuso fake news sui bagni unisex
