Cinque amici d’infanzia, tra i 19 e i 22 anni, sono stati sequestrati, torturati tra loro e uccisi, aggiungendosi alle tragiche storie di violenza in Messico, dove oltre 400.000 persone sono morte e 111.000 sono scomparse in oltre 16 anni.
Le statistiche riflettono questa triste realtà: nove delle dieci città più pericolose al mondo si trovano in Messico, secondo World of Statistics, un’organizzazione no-profit. La città con il tasso di omicidi più alto è Colima, con 181,9 omicidi ogni 100.000 abitanti. Tutte le altre città della top ten sono messicane, tra cui Zamora (177,7), Ciudad Obregón (138,2), Zacatecas (134,6), Tijuana (105,1), Celaya (99,6), Uruapan (78,3), Juárez (67,7) e la turistica Acapulco (65,6).
La questione della sicurezza, in particolare legata ai cartelli della droga, è diventata un tema centrale nel dibattito politico in vista delle elezioni presidenziali del 2024. La senatrice di opposizione Xochitl Galvez, nota per la sua linea dura contro i trafficanti, sta guadagnando consensi.
Nel luglio scorso, il presidente uscente, Andrés Manuel Lopez Obrador, aveva promesso una riduzione del 20% degli omicidi dolosi entro la fine del suo mandato di sei anni. Tuttavia, gli esperti ritengono che le misure finora adottate siano insufficienti, e il Messico continua a essere considerato una destinazione pericolosa per i turisti. Alcuni critici del governo attuale stanno addirittura riproponendo l’approccio “guerra ai narcos” dell’ex presidente Felipe Calderon, basato sull’impiego dell’esercito.
