Il parlamento brasiliano blocca la battaglia di Lula in favore delle popolazioni indigene e dell'Amazzonia
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Il parlamento brasiliano blocca la battaglia di Lula in favore delle popolazioni indigene e dell'Amazzonia

Con 283 voti favorevoli e 155 contrari, infatti, i parlamentari hanno approvato un disegno di legge che limita la demarcazione delle terre indigene.

Il parlamento brasiliano blocca la battaglia di Lula in favore delle popolazioni indigene e dell'Amazzonia
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31 Maggio 2023 - 16.52


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In Brasile, il presidente Luiz Inacio Lula da Silva ha subito una battuta d’arresto nella sua politica di protezione delle popolazioni indigene e dell’Amazzonia, poiché i parlamentari hanno approvato una legge che limita la demarcazione delle terre indigene.

Un progetto in base al quale si stabilisce che agli indigeni spettano solo le terre che occupavano al momento della promulgazione della Costituzione del 1988. Il disegno di legge, che ora dovrà passare in Senato per il sì definitivo, è stato promosso da parlamentari favorevoli all’agrobusiness e da altri gruppi di opposizione.

L’approvazione da parte della Camera è una battuta d’arresto per Lula. Ritornato al potere all’inizio di quest’anno, il presidente si è impegnato a fare della conservazione dell’ambiente una priorità, dopo quattro anni di forte aumento della deforestazione sotto il suo predecessore di estrema destra, Jair Bolsonaro.

L’approvazione del progetto “mette fine alla speranza per il futuro”, ha detto la ministra brasiliana dei Popoli indigeni, Sonia Guajajara. “Questo è un genocidio contro le popolazioni indigene, ma anche un attacco all’ambiente”, ha aggiunto.

Secondo gli scienziati, la delimitazione delle terre indigene è una barriera fondamentale contro la deforestazione dell’Amazzonia, la più grande foresta pluviale del mondo. Il Brasile ha un totale di 764 territori di popolazioni indigene, ma circa un terzo non è ancora stato delimitato, secondo i dati della Fondazione Nazionale dei Popoli Indigeni (Funai). Ad aprile, il governo di Lula ha riconosciuto sei nuovi territori, per la prima volta in cinque anni. Il voto dei parlamentari ha scatenato le proteste in Brasile e ha attirato l’attenzione di organizzazioni ambientaliste e attivisti internazionali, tra cui gli attori statunitensi Leonardo DiCaprio e Mark Ruffalo.

“C’è una guerra contro le popolazioni indigene e le foreste. Il nostro pianeta è in pericolo. Lula, sii l’eroe che il tuo popolo ha scelto, impedisci (al progetto) di andare avanti”, ha twittato Ruffalo alla vigilia del dibattito. Prima del voto, circa 100 indigeni hanno bloccato temporaneamente una strada alla periferia di San Paolo prima che la polizia li disperdesse usando gas lacrimogeni.

“La Camera dei deputati ha lanciato un messaggio al Paese e al mondo: Bolsonaro non c’è più, ma lo sterminio continua. Il Senato ha l’obbligo di riconsiderare le sciocchezze approvate”, ha affermato l’organizzazione di difesa dell’ambiente Osservatorio del clima. I parlamentari hanno approvato il disegno di legge con una procedura d’urgenza, in base alla quale potrebbe essere votato direttamente in plenaria, senza prima passare attraverso le commissioni. E in settimana potrebbe arrivare una nuova sconfitta per Lula: il parlamento, infatti, potrebbe approvare un progetto di modifica delle attribuzioni ai diversi ministeri, a scapito in particolare di quelli dell’Ambiente e dei Popoli indigeni. Il testo prevede, in particolare, la revoca al ministero dell’Ambiente dei poteri sul catasto dei terreni rurali e sulla gestione delle risorse idriche. Quanto alla ministra dei Popoli indigeni Sonia Guajarara, le cui deleghe sono state create da Lula, perderebbe la responsabilità della delimitazione delle nuove riserve indigene, che ricadrebbe sul ministro della Giustizia.

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