Putin non si sente sicuro: la Russia celebra sottotono la Giornata della Vittoria
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Putin non si sente sicuro: la Russia celebra sottotono la Giornata della Vittoria

Celebrazioni sottotono domani in Russia per la Giornata della Vittoria, la più importante festività laica nella Federazione guidata da Vladimir Putin, che sconta i risultati niente affatto eccezionali delle truppe di Mosca in Ucraina

Putin non si sente sicuro: la Russia celebra sottotono la Giornata della Vittoria
Vladimir Putin
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8 Maggio 2023 - 16.13


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La situazione è fuori controllo e Putin non si sente più così sicuro come prima. Celebrazioni sottotono domani in Russia per la Giornata della Vittoria, la più importante festività laica nella Federazione guidata da Vladimir Putin, che sconta i risultati niente affatto eccezionali delle truppe di Mosca in Ucraina e preoccupazioni per la sicurezza dopo l’attacco con drone al Cremlino.

Il 78esimo anniversario della vittoria sul nazismo vedrà festeggiamenti ridotti o addirittura cancellati in molte regioni e città per il timore che possano finire nel mirino di attentati.

Oltre ai bombardamenti nelle zone russe vicine al confine ucraino, ai sabotaggi e ai raid con droni, in meno di dodici mesi tre famosi sostenitori dell«operazione speciale’ di Putin contro Kiev sono rimasti feriti o uccisi in attacchi all’interno della Federazione: sabato scorso a Nizhny Novgorod è saltata in aria la macchina del noto scrittore nazionalista, Zakhar Prilepin; lui è rimasto gravemente ferito e il suo autista è morto. All’inizio di aprile il comandante e blogger militare Vladlen Tatarsky è stato ucciso da una statuetta-bomba durante una serata in un bar di san Pietroburgo mentre nell’agosto 2022 a morire in un attentato vicino Mosca è stata Darya Dugina, figlia del filosofo ed esponente di rilievo dell’ultradestra russa Aleksandr Dugin.

Leggi anche:  Putin silura il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale Patrushev e gli affida un incarico marginale

La famosa parata sulla Piazza Rossa si terrà, con il suo cote’ di soldati, mezzi pesanti e armamenti che sfilano, ma l’aurea di indomita potenza delle forze armate – retaggio di quegli uomini dell’Armata Rossa che respinsero i nazisti da Stalingrado e li ricacciarono fino a Berlino – è messa in dubbio, accuse e veleni serpeggiano (come dimostrano le minacce del capo della Wagner Evgheni Prigozhin) e la parvenza di normalità che il Cremlino ha cercato di mantenere nel Paese dall’avvio dell’invasione ucraina vacilla.

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