Una guerra nella quale i russi di Putin non rispettano le più elementari regole del diritto internazionale e compiono crimini su crimini.
«Non capisco come sia stato possibile». È quanto afferma a Radio Capital, a The Breakfast Club, l’inviato di Repubblica in Ucraina Corrado Zunino, ferito ieri in un attacco russo al ponte di Kherson.
«La macchina l’avevamo lasciata nella rampa di accesso al ponte. Io avevo un giubbotto blu con scritto molto in grande press e i due militari ucraini che ci hanno detto di andare via avevano capito che eravamo giornalisti», racconta Zunino, «ma i russi sparano su qualunque cosa, hanno sparato su dottori e ora sparano sulla stampa. Ho perso il conto ma sono almeno 30 i giornalisti e fotografi scomparsi o morti. Non ci siamo mai esposti a rischi gratuiti. Ieri a Kherson non c’era un’atmosfera di guerra, su quel ponte c’era silenzio».
Zunino è rimasto ferito alla spalla mentre l’interprete che lo accompagnava è rimasto ucciso.