La Russia scatena gli 007 pur di catturare il padre della ragazzina 'no war' fuggito dopo la condanna
Top

La Russia scatena gli 007 pur di catturare il padre della ragazzina 'no war' fuggito dopo la condanna

Alexei Moskalev aveva rotto il braccialetto elettronico ed era fuggito. Lo hanno trovato i servizi segreti russi e bielorussi in un appartamento di Minsk seguono i segnali del suo telefonino

La Russia scatena gli 007 pur di catturare il padre della ragazzina 'no war' fuggito dopo la condanna
Alexei Moskalev, condannato in Russia a 2 anni di prigione per aver criticato la guerra in Ucraina
Preroll

globalist Modifica articolo

30 Marzo 2023 - 17.40


ATF

Una vergogna: una bambina che ha perso la madre disegna una bandiera Ucraina e chiede la pace. La ragazzina finisce in un istituto e il padre sotto processo come ‘complice. Ora il padre è stato condannato e la piccola è in un orfanotrofio.

Ossia una famiglia distrutta, un padre diviso dalla figlia, un trauma per la bambina. E perché? Per un disegno contro la guerra di Putin.

C’è stato bisogno di un’operazione di intelligence congiunta «condotta ai più alti livelli» dal servizio segreto russo Fsb e da quello bielorusso Kgb per arrivare all’arresto a Minsk di Alexei Moskalev, il russo perseguitato da un anno in seguito a un disegno contro la guerra fatto a scuola dalla figlia Masha, oggi tredicenne, poco dopo l’invasione dell’Ucraina.

Quel disegno da bambina, che raffigurava dei razzi che piovono addosso a una famiglia ucraina, innescò un’indagine sul padre. Le critiche da lui postate sui social hanno fatto il resto, costando a lui due anni di carcere per aver «screditato l’esercito» russo e a lei, portata via dal padre quando lui è stato messo ai domiciliari, ai primi di marzo, l’affido ad un centro di accoglienza statale, cioè a un orfanotrofio.

L’uomo, 54 anni, due giorni fa aveva rotto il braccialetto elettronico ed era fuggito dagli arresti domiciliari prima di essere tradotto in galera a seguito della condanna. I servizi d’intelligence si sono mesi sulle sue tracce, seguendone i movimenti dal suo cellulare, secondo quanto riferito dall’avvocato di Moskalev, Dmitry Zakhvatov, a Dozhd.

Il legale ha raccontato di aver saputo che agenti del Kgb bielorusso hanno fatto irruzione nell’appartamento in cui Moskalev si nascondeva a Minsk e lo hanno portato in un luogo sconosciuto, non potendo però confermare con certezza l’avvenuto arresto, dato per assodato da vari media, fra cui il Guardian.

Moskalev è stato difeso perfino da Evgheni Prigozhin, patron della milizia Wagner, che in un appello al procuratore di Tula ha definito «ingiusta» la sua condanna e soprattutto quella imposta alla figlia Masha, che «sarà costretta a crescere in un orfanotrofio».

Da quest’ultimo la figlia ieri aveva mandato un messaggio al padre, ancora latitante: «Sono fiera di te, ricorda che vinceremo. Tutto quello che fai è giusto», ha scritto la bambina, citata dall’avvocato Zakhatov.

Native

Articoli correlati