Il Cremlino minaccia il nuovo premier moldavo: "Stia molto molto attento..."
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Il Cremlino minaccia il nuovo premier moldavo: "Stia molto molto attento..."

L'addetto stampa del presidente russo ha osservato che Mosca e Chisinau hanno rapporti "molto tesi", la Moldova sta "scivolando in una tale isteria anti-russa"

Il Cremlino minaccia il nuovo premier moldavo: "Stia molto molto attento..."
Dmitri Peskov
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20 Febbraio 2023 - 14.29


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I rappresentanti delle autorità moldave dovrebbero stare “molto, molto attenti” alle dichiarazioni sulla presenza delle forze di pace russe in Transnistria, secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in risposta alle parole del nuovo primo ministro moldavo, l’europeista Dorin Recean, e sulla smilitarizzazione della regione. L’addetto stampa del presidente russo ha osservato che Mosca e Chisinau hanno rapporti “molto tesi”, la Moldova sta “scivolando in una tale isteria anti-russa” ed è improbabile che una tale “mancanza di costruttività” aiuti la repubblica.

Parole pesanti, pronunciate mentre la Moldova annuncia un’esercitazione militare a Balti, nel centro del Paese. Parole che sembrano presagire un deterioramento della situazione in una regione attigua all’Ucraina, che venerdì 24 febbraio arriva a un anno di conflitto dopo l’inizio dell’invasione russa. Con tutti gli annessi rischi.

Il capo del ministero degli Esteri della non riconosciuta Repubblica Moldava Pridnestroviana (Transnistria) ha definito “controproducente” la dichiarazione del primo ministro moldavo sulla necessità di ritirare le forze di pace russe: “siamo pronti per il dialogo con la Moldova a qualsiasi livello”, ha aggiunto Vitaly Ignatiev in onda sul canale televisivo russo Rossiya-24.

Recean aveva anche sottolineato che è in corso una “guerra ibrida” contro la Moldova e, sebbene il Paese abbia dichiarato la propria neutralità, deve prendersi cura di rafforzare la propria difesa per respingere “una potenziale aggressione”. Il tutto mentre Chisinau annuncia che i soldati della brigata di fanteria motorizzata “Moldova” partecipano da domani e sino al 23 febbraio, a un’esercitazione tattica che si svolgerà presso il campo di addestramento dell’unità a Balti, nella parte centrale del Paese. Il personale dei plotoni di fanteria sarà addestrato in una complessa esercitazione, giorno e notte. Va notato che l’addestramento viene svolto in conformità con il Piano di addestramento dell’Esercito nazionale per l’anno 2023, scrive il ministero della Difesa moldavo.

Le forze di pace russe sono in Transnistria dal 1992, quando finì la fase attiva del conflitto tra la repubblica non riconosciuta e la Moldavia. Il Paese ha ripetutamente affermato la necessità di ritirare questo contingente dal territorio. Mentre l’Onu non riconosce l’autodichiarata statualità della Transnistria, e il governo de facto, che rimane in una situazione di tensione con la Moldova, sostenuto economicamente, politicamente e militarmente dalla Russia.

La Moldavia sovietica prima della seconda guerra mondiale comprendeva quella che oggi è conosciuta come la regione secessionista della Repubblica di Moldova di Transnistria più un’ulteriore porzione dell’Ucraina di area approssimativamente uguale. Lo stesso decorso del processo di secessione per la Transdnistria dalla Moldova è stato attivato ancor prima dello scioglimento formale dell`Urss, negli ultimi giorni dell’Unione Sovietica, quando nella regione del Dnestr c’era allarme per il crescente nazionalismo moldavo e la possibile riunificazione della Moldova con la Romania. Una legge del 1989 che ha reso il moldavo lingua ufficiale si è aggiunta alla tensione e la Transnistria ha proclamato la sua secessione nel settembre 1990.

Le forze paramilitari del territorio separatista nel 1991 hanno preso le istituzioni pubbliche moldave nell’area. I combattimenti si sono intensificati, culminati in una battaglia sulla riva destra del Dnestr nel giugno 1992, con almeno 700 morti nel conflitto. Nel luglio 1992 è stato firmato un cessate il fuoco ed è stata istituita una zona di sicurezza smilitarizzata di 10 km dalle forze della 14a armata russa già di stanza sul posto. La ragione principale per cui la Russia è stata coinvolta nel conflitto tra il governo moldavo e le forze armate della regione separatista è quella classica nella maggior parte dei primi conflitti del periodo post-sovietico: la presenza di un esercito russo nella regione come eredità dell’Unione Sovietica.

Il gruppo operativo delle truppe russe nella regione della Transnistria è stato creato il primo luglio 1995 sulla base della direttiva del Ministro della Difesa della Federazione Russa a seguito della trasformazione e riforma della 14a armata. In un saggio dell’analista militare Leonid Nersisyan “Niente più ritirate: le basi militari russe” del 2015 si legge che le “truppe russe sono impegnate” nel mantenimento della pace e anche “nella protezione di enormi magazzini militari vicino al villaggio di Cobasna. Ci sono più di 2.500 vagoni di munizioni, più di 100 carri armati T-64, circa 150 AFV, ecc. Due distinti battaglioni di fucilieri motorizzati (per missioni di mantenimento della pace), un battaglione di sicurezza e manutenzione, un distaccamento di elicotteri e diverse unità di supporto rimangono nel gruppo operativo a Pridnestrovie (Transnistria in russo). Il numero del personale del gruppo, secondo varie stime, è di 1000-1500 persone. Nel 2012 sono state fatte dichiarazioni relative al fatto che il gruppo si sarebbe riarmato: si parlava persino di sostituire diversi elicotteri da combattimento Mi-24 disponibili con il nuovo Mi-28N”.

In uno studio antecedente all’annessione della Crimea, John Beyer (St. Anthony’s College, Università di Oxford) scrive: “La Russia vede il suo interesse storico e strategico nella conservazione la sua influenza, sia in Transnistria che nel resto della Moldova. Strategicamente, la Russia considera la presenza delle sue forze in Transnistria come un serio ostacolo all’espansione della NATO ad Est. Circa 1.500 uomini svolgono due diverse funzioni: custodire un deposito di armi e partecipazione alle forze di pace. Il sostegno finanziario russo alla Transnistria varia da 200 a 400 milioni all’anno”.

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