La Trump Organization dichiarata colpevole di evasione fiscale, e ora?
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La Trump Organization dichiarata colpevole di evasione fiscale, e ora?

Il verdetto del Tribunale di New York giunto al termine di un'indagine penale durata tre anni

La Trump Organization dichiarata colpevole di evasione fiscale, e ora?
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7 Dicembre 2022 - 09.48


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L’azienda di famiglia di Donald Trump, la Trump Organization, è stata giudicata colpevole di frode finanziaria e fiscale dopo un processo a New York. Lo ha annunciato il procuratore di Manhattan Alvin Bragg. La giuria, che si è ritirata lunedì per deliberare dopo più di un mese di udienze, “ha ritenuto la Trump Corporation e la Trump Payroll Corporation colpevoli su tutti i fronti”, ha dichiarato Alvin Bragg sul suo account Twitter.

Il verdetto di colpevolezza è giunto al termine di un’indagine penale durata tre anni. Donald Trump non era direttamente coinvolto, ma nel corso del processo i procuratori di Manhattan hanno presentato prove che l’ex presidente aveva firmato bonus e documenti che aiutavano i top manager ad evitare di dichiarare tutti i loro redditi.

Gran parte del processo è stato incentrato sulla testimonianza del capo delle Finanze della Trump Organization, Allen Weisselberg, che è stato accusato di aver evaso 1,7 milioni di tasse, ricevendo bonus e benefit – come appartamenti ed auto di lusso – dalla società. Anche il vice presidente Jeffrey McConney è stato coinvolto in questo schema per evadere le tasse, ed anche lui ha testimoniato in cambio dell’immunità.

“Questo un caso di bugie, imbrogli e falsi documenti allo scopo di evadere le tasse a beneficio di singoli individui e della Trump Organization”, ha detto il district attorney Alvin Bragg dopo il verdetto di colpevolezza.

Con la sua decisione di collaborare con l’inchiesta e testimoniare contro la Trump Organization, Weisselberg ha ottenuto una riduzione della pena – che rischiava di arrivare a 15 anni – a cinque mesi di prigione. La società di Trump rischia invece di essere condannata ad una multa di 1,6 milioni di dollari quando, il mese prossimo, la giuria del tribunale newyorkese si riunirà di nuovo per decidere la condanna.

La portavoce della Trump Organization, Kimberly Benza, ha detto che è “assurdo” che la società debba “essere considerata responsabile per le azioni di un dipendente”, sottolineando che nella sua testimonianza Weisselberg ha ammesso di essere stato spinto dalla sua “avidità” e di “aver tradito” la fiducia della famiglia Trump.

Secondo i procuratori, la società di Trump è colpevole di “aver coltivato una cultura di frode ed inganno con una politica di benefit di lusso che permettevano a suoi top manager di falsificare le dichiarazioni dei redditi mascherando i veri compensi”.Gli avvocati della società hanno già annunciato il ricorso contro la sentenza.

La sentenza chiude quindi uno dei due casi contro la società di Trump avviati dalla magistratura newyorkese: va ancora avanti quello, civile, che invece coinvolge direttamente Trump, insieme ai suoi tre figli adulti, ed ancora Weisselberg, accusati di aver manipolato le valutazioni delle proprietà della Trump Organization con lo scopo di ottenere migliori prestiti o sgravi fiscali. L’azione, avviata lo scorso settembre dalla procuratrice generale Letitia James, ha l’obiettivo di recuperare oltre 250 milioni di dollari e potenzialmente potrebbe compromettere la possibilità per il tycoon di continuare a fare affari nello stato di New York.

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