Governo Meloni, propaganda sui migranti e l'Ue incalza: "Salvare persone è un obbligo morale e legale"
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Governo Meloni, propaganda sui migranti e l'Ue incalza: "Salvare persone è un obbligo morale e legale"

Quasi mille migranti sulle navi Ocean Viking, Geo Barents e Humanity 1 sono sempre al largo della Sicilia mentre Piantedosi non ha concesso il un porto sicuro.

Governo Meloni, propaganda sui migranti e l'Ue incalza: "Salvare persone è un obbligo morale e legale"
Giorgia Meloni
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3 Novembre 2022 - 22.11


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Governo Meloni, la scelta è quella di usare migranti e Ong per fare propaganda come ai nefasti tempi del Papeete quando Salvini saliva nei sondaggi facendo il duro con la povera gente.

L’emergenza migranti, nel giorno della visita di Giorgia Meloni a Bruxelles, è stata tra i temi al centro dei colloqui con le istituzioni.

La Commissione europea “non è responsabile del coordinamento” delle azioni di salvataggio in mare ma “occorre sottolineare che è un obbligo morale e legale” per gli Stati membri salvare persone. Mentre il premier italiano auspica “un cambio di punto di vista” sul tema, dall’Ue arriva la puntualizzazione sullo stallo da giorni in atto: quasi mille migranti sulle navi Ocean Viking, Geo Barents e Humanity 1 sono sempre al largo della Sicilia, fuori dalle acque italiane, senza un porto che il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, non ha concesso. Non ha concesso nel nome del cristianesimo di cui questo governo reazionario si fa bello.

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Il Viminale (per ora) non ha assegnato un porto sicuro – Più esplicito il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che ha preso di mira il Paese di bandiera delle altre due navi. “Dove dovrebbe andare una nave norvegese? Semplice, in Norvegia…”, ha scritto in un tweet. L’altro ministro coinvolto, Piantedosi, che ha il compito di assegnare il place of safety, si guarda dal farlo. E ha fatto sapere che è emersa l’esigenza di un “cambio di strategia” che accomuna Italia, Spagna, Malta, Grecia e Cipro: rafforzando i canali di ingresso regolari si contrasta “il traffico dei migranti riducendo sia i naufragi sia i profitti criminali”.

Gli appelli delle navi umanitarie – Intanto dalle navi umanitarie, con tanti minori a bordo, si sono ripetuti gli appelli allo sbarco immediato, dopo diversi giorni in mare. L’Unhcr ha ricordato che “il diritto del mare assegna chiare responsabilità nel coordinamento di ricerca e soccorso. Auspichiamo il dialogo tra tutti i Paesi competenti per individuare al più presto un porto sicuro per le navi Ong nel Mediterraneo con spirito di collaborazione e solidarietà”.

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Per Bruxelles la soluzione resta la redistribuzione -Da parte sua, Bruxelles monitora la vicenda “a stretto contatto” e indica una possibile soluzione, quella di attivare il meccanismo di solidarietà volontario – firmato a giugno, 21 i Paesi aderenti – che può essere utilizzato anche per ridistribuire i migranti al momento bloccati sulle navi al largo dell’Italia. Proprio quest’ultima è stata la prima ad usufruire del meccanismo: 38 candidati sono stati trasferiti in Francia e 74 in Germania nei mesi scorsi. Numeri bassi rispetto agli 87mila sbarchi registrati quest’anno.

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